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ANCONA Smartphone, condizionatori, perfino una lavatrice e un’asciugatrice. «Tu paga, poi noi li rivendiamo e ti diamo i soldi». E invece il 60enne con un deficit psichico, invalido civile al 100%, non ha mai visto né i prodotti hi-tech né il denaro. Si è fidato del gruppetto di “amici” che l’hanno raggirato, facendogli accendere dei finanziamenti in serie.
La sorpresa
Ad accorgersi di quello che stava succedendo è stato il fratello dell’uomo, che è anche il suo tutore, quando ha visto che sul conto corrente continuavano ad arrivare strani addebiti.
Su tre di loro, peraltro, pesa la recidiva. Ieri si è aperto il processo a carico dei quattro furbastri che, senza un briciolo di pietà, avrebbero approfittato del disagio psicologico della vittima (assistita dall’avvocato Francesco Scaloni) per convincerla ad acquistare una serie di prodotti nei centri commerciali, accendendo finanziamenti per circa 5mila euro portando a garanzia la sua pensione di invalidità. L’accusa è di circonvenzione di incapace.
La ricostruzione
È successo tutto nell’arco di un mese, tra il novembre e il dicembre 2020. I quattro, con tempistiche diverse, sarebbero riusciti ad avvicinare l’uomo tramite amicizie in comune. Sei gli episodi contestati. Il 60enne veniva accompagnato in vari negozi, per lo più nei centri commerciali della Baraccola ma anche in uno store di corso Garibaldi, per comprare il prodotto di turno. In un solo giorno la vittima si sarebbe trovata ad accendere finanziamenti per 2.500 euro. Nel carrello erano finiti due condizionatori, uno smartphone, un’asciugatrice e una lavatrice. Alla spesa si aggiungono altri quattro cellulari e altrettante sim card. «Tu comprali, poi noi li rivendiamo e ti diamo i soldi».
La scusa era questa e il disabile è caduto nel tranello. Ma la merce acquistata non è mai entrata nella sua disponibilità. L’unica cosa che vedeva erano le rate dei finanziamenti accesi con la sua pensione di invalidità, che arrivavano puntualmente. Ad accorgersi degli ammanchi è stato il fratello, che è anche il suo tutore: ha sporto denuncia ai carabinieri e, al termine delle indagini, i 4 componenti della gang - difesi dagli avvocati Fabrizio La Rocca, Giuliano Natalucci, Milo Sabatini e Giuditta Pierella - sono stati rinviati a giudizio. Il giudice P ieri ha aperto il processo, che entrerà nel vivo a partire dall’udienza del prossimo 18 aprile.
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Corriere Adriatico