Tettoia beffa all’ospedale di Osimo, copre (solo) metà ambulanza

Tettoia beffa all’ospedale di Osimo, copre (solo) metà ambulanza
OSIMO - Per anni si sono battuti per avere una tettoia che potesse coprire l’ambulanza adibita ad automedica del 118, dopo una lunga ed estenuante attesa finalmente la...

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OSIMO - Per anni si sono battuti per avere una tettoia che potesse coprire l’ambulanza adibita ad automedica del 118, dopo una lunga ed estenuante attesa finalmente la copertura è arrivata. Peccato che la tenda adibita a questa funzione non serva assolutamente a nulla. Ha il sapore della beffa all’ospedale di Osimo la postazione del 118, dove la struttura adibita a questa funzione a malapena riesce a coprire metà ambulanza.

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La tettoia era stata richiesta dagli operatori del 118 perché era diventato impossibile continuare a tenere il mezzo sotto il sole battente d’estate ed esposto alle intemperie d’inverno. L’automedica a bordo ha un suo corredo di farmaci utilizzati dal personale medico e infermieristico, l’ambulanza deve rimanere - quando è in sosta non operativa - sotto carica elettrica per garantire in caso di necessità il funzionamento delle apparecchiature interne.

L’impianto elettrico nei mesi scorsi aveva causato una scarica ai danni di un operatore del 118 poi finito al vicino pronto soccorso: non si era accorto che all’interno del cavo di collegamento era rimasta dell’acqua. Dopo anni di attesa finalmente l’azienda sanitaria ha accolto le richieste più che legittime. Speranze che nel giro di una giornata si sono infrante sulla tenda in plastica montata dagli operai che a malapena riesce a coprire metà mezzo.

Buona parte dell’ambulanza resta esposta al sole, al vento e alla pioggia. Impossibile a queste condizioni mantenere all’asciutto l’automezzo e gli operatori ad inizio turno devono eseguire il giornaliero controllo dei farmaci sotto il sole o peggio ancora sotto l’acqua, stesso discorso per la pulizia e sanificazione del veicolo. Peraltro il nuovo impianto elettrico non è ancora entrato in funzione, un problema in più per gli operatori del soccorso che si chiedono chi ha eseguito in zona il sopralluogo per prendere le misure e realizzare la copertura che così serve assolutamente a nulla.

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Corriere Adriatico