OSIMO - Un furgone rubato in una officina e una spaccata alle Poste. Banda di ladri in azione la notte scorsa tra Padiglione e Passatempo con un doppio colpo andato a vuoto, ma...
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Era l’Atm della sede di Passatempo di Poste Italiane, da sfondare con un mezzo preso in zona per lasciar meno tracce. E così hanno fatto. Con quel furgone dell’Autofficina Cesarini si sono diretti subito a Passatempo, nel nuovo centro commerciale di via Caduti di Nassiriya all’ingresso della frazione. Lì, azionando il mezzo pesante in retromarcia come fosse un ariete, hanno sfondato l’ingresso e il bancomat delle Poste, che si trova proprio accanto al supermercato Maxi Coal. L’allarme suonato e un’azione evidentemente maldestra dei tre hanno però complicato il colpo. Per evitare che fossero raggiunti dalle forze dell’ordine, allertate dal sistema antifurto delle Poste, i malviventi sono stati costretti a scappare con le mani vuote.
Non sono infatti riusciti a scardinare il dispositivo Atm per caricarlo sul furgone Mercedes, come capitato in passato in colpi simili, ma neanche a svuotarlo del denaro sul posto. A Passatempo nel giro di pochi minuti si sono portati i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile che solo per pochi secondi non sono riusciti ad intercettare la banda dei tre malviventi in fuga. I militari hanno però avviato immediatamente le ricerche trovando, verso le 8 di ieri mattina, il furgone rubato dall’Autofficina Cesarini.
Era stato lasciato lungo la strada provinciale Jesina nel piazzale antistante l’ex consorzio agrario di Casenuove. Il Mercedes Sprinter era ovviamente molto rovinato nella parte posteriore, compresa alcune attrezzature al suo interno, ma se non altro è stato riconsegnato al legittimo proprietario, i titolari proprio dell’officina meccanica. Più ingenti sono stati invece i danni provocati alla sede passatempese delle Poste.
La vetrata d’ingresso è andata completamente in frantumi e anche il bancomat sfondato, seppur non scardinato, è stato messo fuori uso dai ladri. Decine di migliaia gli euro di danni lasciati alle loro spalle per un doppio blitz che, a conti fatti, non ha reso nulla ai malviventi. Stando alle immagini della videosorveglianza dell’ufficio postale tutti e tre erano incappucciati ma dai frame non si riesce a intravedere i loro tratti somatici. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico