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ANCONA - Rispettavano l’obbligo di firma nella caserma di San Benedetto, poi salivano in auto e partivano alla volta di abitazioni da svaligiare, nel Maceratese e nel sud della provincia di Ancona. È questo il modus operandi che la procura attribuiva a un trio di albanesi, finiti in manette nel maggio 2018 dopo un’indagine laboriosa portata avanti dai carabinieri della Compagnia di Osimo e la misura cautelare del carcere firmata dal gip.
Nove i colpi contestati alla gang, tra Osimo, Loreto, Ancona e Porto Recanati, commessi tra gennaio e febbraio del 2018. Ieri mattina il collegio penale ha condannato i tre ladri - il 28enne Jetmir Cili e i fratelli Dorjan (29 anni) e Kenado Pjetri (25 anni) - a scontare 6 anni e 7 mesi di reclusione ciascuno.
I gioielli erano stati trovati nei convettori dell’aria, divisi in dei sacchetti di plastica, presumibilmente pronti per essere rivenduti. Prima della misura cautelare del maggio 2018, il trio era stato arrestato a febbraio dello stesso anno perché ritenuto responsabile di un furto in abitazione a Loreto, in via Vittorio Veneto. Da lì, i militari sono andati a ritroso e hanno collegato alla banda tutti i precedenti furti avvenuti tra il Maceratese, la Valmusone e la frazione Candia di Ancona. Da quanto emerso, la gang partiva da San Benedetto dopo le 18, orario in cui Cili e Dorjan Pjetri dovevano sottostare all’obbligo di firma.
Dopo aver scelto l’immobile da depredare grazie a un veloce sopralluogo preliminare, mentre due entravano in azione, il terzo restava a fare il “palo”. Di solito, secondo quanto contestato, entravano nelle abitazioni opzionando il retro del palazzo e una volta rotto il vetro delle porta-finestre, entravano nell’appartamento avendo cura di porre dietro la porta d’ingresso il divano o un tavolo oppure semplicemente di inserire il chiavistello per rendere più complicato l’accesso in casa dei proprietari o delle forze dell’ordine. I colpi avrebbero fruttato alla banda circa 70mila euro di preziosi. A Osimo un furto, il 12 gennaio 2018, in via Marco Polo, si era trasformato in rapina impropria perché il proprietario di casa era stato spintonato e minacciato con un cacciavite.
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Corriere Adriatico