Pugnaloni all'attacco: «La Robur saldi i debiti con il Comune»

Pugnaloni all'attacco: «La Robur saldi i debiti con il Comune»
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OSIMO -  «La Robur saldi le pendenze con Comune e società partecipate, poi avrà tutte le considerazioni che merita, soprattutto se chiederà un incontro col sindaco per trovare una soluzione anziché fare comunicati polemici e politicizzati».

 

E’ veemente la replica di Pugnaloni all’accusa lanciata dalla Robur Basket, costretta ad allenarsi almeno una volta a settimana ad Ancona per mancanza di spazi negli impianti sportivi osimani. Soprattutto dopo aver riavviato quest’anno un proprio settore giovanile nonostante il minibasket fosse già presente grazie alla Robur Family. E su questa concorrenza ieri sui social è esplosa una polemica tra addetti ai lavori: molti sollecitano al contrario unità di intenti. Ma la polemica è anche politica, come sempre quando si tratta di Robur, considerando che per anni è stata presieduta da Enrico Stanek e Alberto Buscarini, uomini fidati dell’ex sindaco Latini. Pugnaloni sui social non lo manda a dire: «Chi ha reso la prima squadra della Robur una vetrina per la sua carriera politica, dovrebbe raccontare alla città i debiti accumulati negli anni per gli spazi al PalaBaldinelli e al PalaBellini, e con l’Erario».

Secondo il sindaco «non si può continuare ad osannare la militanza in serie C, l’acquisto di giocatori importanti, quando non si è in grado di onorare i debiti con Comune e società partecipate. Tutti gli osimani pagano le tasse, tutte le società sportive pagano gli spazi, serve lungimiranza. Il resto è solo strumentale». Il sindaco rivendica poi l’incontro dello scorso anno per l’intesa sull’allenamento al PalaBellini «ma se si apre un settore giovanile nuovo non è semplice trovare spazi». Latini replica: «La Robur ha onorato i suoi debiti e dal 2010 non chiede più contributi al Comune e con Geosport avanza semmai crediti. Quando mi è stato chiesto di compartecipare alle spese dal 2004 ho sempre aderito. Oggi 100 ragazzi sono senza palestra, il Comune tuteli tutte le società sportive».

 

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Corriere Adriatico