Mucca Luisa abbattuta, minacce al sindaco Pugnaloni. E gli animalisti ora bussano in procura

Mucca Luisa abbattuta, minacce al sindaco Pugnaloni. E gli animalisti ora bussano in procura
OSIMO  - L’abbattimento della mucca Luisa scappata dalla stalla a San Paterniano e che per due mesi ha girovagato nella tenuta di Villa Simonetti, avrà...

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OSIMO  - L’abbattimento della mucca Luisa scappata dalla stalla a San Paterniano e che per due mesi ha girovagato nella tenuta di Villa Simonetti, avrà strascichi legali. Da una parte l’Aidaa, Associazione italiana difesa animali e ambiente, presenta un esposto in Procura per chiarire se le procedure seguite dalle autorità competenti siano state regolari, dall’altra il sindaco Pugnaloni che preannuncia querele perché negli ultimi giorni è stato inondato di insulti e minacce sui social per aver firmato l’ordinanza di abbattimento tramite proiettile.

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Aidaa chiede alla Procura di conoscere le motivazioni dell’abbattimento, se fossero di parte o causate da reali disagi. «Lo abbiamo mandato–si legge in una nota dell’associazione- perchè crediamo che la facilità con cui è stata presa la decisione contrasti con la realtà e riteniamo che vi siano responsabilità oggettive delle pubbliche autorità nell’assecondare le richieste del contadino precludendo ogni ipotesi di soluzione alternativa come la cattura e sistemazione in un rifugio dove vivono animali salvati dal macello, e non escludiamo nemmeno nei prossimi giorni di agire ulteriormente per vie legali contro gli attori di questa ignobile vicenda». 


Di tutta risposta ieri il sindaco ha pubblicato sui social i messaggi ricevuti in questi giorni, con un animalista che gli ha scritto su Messenger: «Appena passo per Osimo ti faccio dimenticare dei tre anni di vita felice che hai avuto». Pugnaloni promette: «Avvierò le necessarie procedure legali». Aggiunge: «Rispetto e posso condividere dispiacere e rabbia per la vicenda della mucca abbattuta a San Paterniano, ma non posso esimermi dal precisare le circostanze che hanno portato all’ordinanza sindacale, perché queste reazioni scomposte sono figlie della mancata conoscenza della realtà». E spiega: «La bovina non era un animale da compagnia. Era stata acquistata da un allevatore privato per la macellazione. Il suo destino era già segnato». 


Sui rimproveri per non aver tentato soluzioni alternative all’uccisione con proiettile, Pugnaloni spiega: «Per due mesi, non due giorni, il proprietario ha provato a recuperare la bovina e ha fatto intervenire più veterinari per provare la sedazione e riportarla nella stalla, ma ogni tentativo si è reso vano». Quindi i motivi dell’ordinanza di abbattimento eseguita lunedì dalla polizia provinciale: «La bovina da 450 kg, vagando in una zona non recintata, oltre ad essere a rischio di aggressione da parte di lupi più volte notati in queste zone, ha causato danni alle coltivazioni agricole e si è avvicinata pericolosamente alle strade pubbliche. Per questo, su invito di Asur Servizio Sanità Animale, e previa comunicazione alle forze dell’ordine, è stata necessaria l’ordinanza, perché rappresentava un pericolo per la pubblica incolumità»

. Infine chiosa: «Chi protesta non ha bene in mente le responsabilità civili e penali che sono in capo ad un sindaco, il quale, se non avesse firmato l’ordinanza proposta da Asur, avrebbe dovuto rispondere nell’eventualità di incidenti stradali causati dall’animale».

 

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Corriere Adriatico