OSIMO - La cena in parrocchia è finita con una corsa all’ospedale per un nutrito gruppo di ciclisti pugliesi e osimani - e per i loro familiari - che si sono...
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Venerdì il gruppo di devoti salentini e osimani aveva pedalato fino al Santuario di San Giuseppe per portare olio benedetto. Poi con mogli e figli si sono ritrovati nella parrocchia della Misericordia in via Ungheria, nel salone messo a disposizione dal parroco, padre Lorenzo Luanga: una cena al sacco a base di lasagne, carne e patate, predisposta da uno degli organizzatori del posto che ha pensato alla spesa. Una settantina i partecipanti, che durante la serata hanno ricevuto la visita e il saluto del sindaco Simone Pugnaloni e di Marco Scarponi, fratello dell’indimenticato Michele, campione filottranese.
Terminato il conviviale, gli ospiti si sono salutati e sono tornati a casa o nelle strutture ricettive prenotate, in particolare un hotel nel centro di Osimo. Molti di loro hanno passato la notte in bianco. Attorno alle 2 hanno accusato i primi malori: nausea, vomito, dissenteria. Le ambulanze del 118 hanno fatto la spola ospedale-albergo fino alle 3 per soccorrere i clienti che si sentivano poco bene ed erano particolarmente agitati perché temevano di aver ingerito qualcosa di velenoso. Nel frattempo, anche gli amici chiamavano i soccorsi o si portavano spontaneamente all’ospedale, accusando identici sintomi. Il passaparola su Whatsapp non ha fatto che accentuare la preoccupazione e diffondere il panico. Alla fine in 38 sono stati portati all’ospedale: 6 ad Osimo, gli altri a Torrette, più un bambino di 8 anni al Salesi, tenuto in osservazione.
I medici hanno avvertito le forze dell’ordine. I carabinieri di Osimo, guidati dal luogotenente Luciano Almiento, si sono attivati per ascoltare i pazienti, acquisire le cartelle cliniche e fare un sopralluogo in parrocchia. I militari, accompagnati da personale dell’Asur, hanno sequestrato il cibo sospetto, che verrà analizzato in laboratorio, quindi hanno interrogato padre Lorenzo Luanga. «Noi abbiamo solo messo a disposizione il salone, gli alimenti sono stati acquistati esternamente e non sono stati cucinati qui - precisa il sacerdote -. Tra l’altro io stesso ho assaggiato un pezzettino di lasagna, ma non ho avuto problemi. Vorrei sottolineare che questa cena non aveva nulla a che vedere con gli stand della festa della parrocchia, in programma in questi giorni in piazza». Le indagini proseguono per risalire all’origine dell’intossicazione, forse provocata da cibo avariato o mal cucinato, nel frattempo i ciclisti hanno lasciato le Marche alla volta dell’Abruzzo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico