Ilaria massacrata di botte, fiaccole e accuse. L'ira del fratello Daniele: «L’hanno lasciata sola»

Daniele, fratello di Ilaria, accanto al sindaco Pugnaloni
OSIMO - «Ilaria era una ragazza buona, timida, paurosa, è stata lasciata sola dalle istituzioni, il risultato è che è morta massacrata di botte. E...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

OSIMO - «Ilaria era una ragazza buona, timida, paurosa, è stata lasciata sola dalle istituzioni, il risultato è che è morta massacrata di botte. E potevano morire anche le figlie». Sono dure le parole di Daniele Maiorano, intervenuto ieri sera alla fine della fiaccolata promossa dal Comune in ricordo di sua sorella Ilaria, 41 anni, trovata morta in casa, a Padiglione, martedì scorso.

 

Secondo gli inquirenti uccisa dal marito Tarik El Ghaddassi, 42enne marocchino, ora in stato di fermo a Montacuto. Quasi 400 persone hanno partecipato al corteo dandosi appuntamento davanti al teatro. Amministratori comunali, amici di Ilaria, gente comune ed esponenti dell’associazionismo hanno portato in mano una fiaccola per dire basta ai femminicidi. Non c’era la mamma di Ilaria, non se l’è sentita, ma c’era il fratello, che ha ribadito: «Ora che le due bimbe sono in carico ai servizi sociali, credo in una casa famiglia, non vogliamo più avere nulla a che fare con la famiglia di Tarik, vogliamo giustizia».


Diversi gli esponenti della comunità musulmana, compresi gli imam della moschea sotto al Maxiparcheggio frequentata da Ilaria e le sue bambine, e di Campocavallo. L’Imam di quest’ultima, Farah Abdellaziz, che è anche vicepresidente della Casa della Cultura Islamica delle Marche, ha detto: «Siamo con voi per dimostrare la nostra oramai appartenenza al territorio osimano e per condannare l’atto osceno che ha sconvolto la città», ringraziando «coloro che hanno trattato il caso per quello che è: un atroce crimine senza etichettare nessuna parte». Diversi gli striscioni lungo il corteo che passando per il corso è arrivato in piazza: “57. Una ogni tre giorni. Noi stiamo con Ilaria”, “Basta violenza sulle donne” di TerzaVia e “Scuola delle Mamme” con tanti messaggi di libertà scritti a mano in diverse lingue, spagnolo, inglese, arabo, albanese.

Il violinista Marco Santini ha suonato un brano quando il corteo è arrivato sotto al Municipio e a chiusura dei tre interventi di sindaco, fratello di Ilaria e Ursula Signorino presidente della Consulta comunale Donne Pari opportunità. Quest’ultima ha detto: «La morte di Ilaria deve farci riflettere. Ciascuno di noi avrebbe dovuto tenderle una mano per aiutarla a risalire dal precipizio. Serve un cambiamento culturale radicale, sensibilizzare fin da bambini al rispetto. Le istituzioni a ogni livello incrementino i mezzi per rendere possibili azioni efficaci come consultori e reti antiviolenza». Il sindaco Pugnaloni fa suo questo appello: «Troppe parole sulla difesa della donna ma servono azioni concrete, il Governo deve aiutarci a implementare la rete territoriale anti violenza e i sostegni alle famiglie fragili». Sulle accuse di strumentalizzazione politica delle Liste civiche, assenti ieri «perché la fiaccolata è ipocrita», Pugnaloni replica: «Vivo questa decisione con silenzio nel rispetto di Ilaria, in questi momenti bisogna unirsi».

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico