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OSIMO - Non solo Poliambulatorio. Tra Comune e Regione c’è aperto anche un altro dossier spinoso, quello dell’ufficio decentrato del Centro per l’impiego che la Regione vorrebbe realizzare in Valmusone per alleviare il carico di lavoro dalla sede di Ancona, che da sola risponde a 226mila abitanti.
Il presidente del consiglio regionale Dino Latini ha scritto su Facebook: «Peccato che Osimo abbia perso l’ufficio del lavoro per l’area vasta a sud di Ancona. La Regione ha atteso inutilmente per avere una risposta da parte del nostro Comune. Si è persa un’occasione che altri ora sfrutteranno».
L’affondo
Latini fa dunque pensare che la Regione abbia deciso ormai di individuare altrove la sede del Centro per l’impiego. Michela Staffolani, segretaria di Fratelli d’Italia. incalza: «Il Comune avrebbe solo dovuto mettere a disposizione dei locali, si era parlato di ex Inps o ex giudice di pace.
«All’incontro del 15 novembre 2021 venne in Municipio lo stesso Raia, senza esponenti dell’amministrazione regionale –ricorda Pugnaloni- e il Comune ripropose come sede il San Carlo, spiegando che era necessaria una valutazione sulla vulnerabilità sismica per capire l’investimento». Il 30 giugno scorso il nuovo dirigente regionale del Dipartimento politiche del lavoro, Mauro Terzoni, ha sollecitato il Comune ribadendo l’impegno della Regione, anche economico, per aprire una sede ad Osimo.
La Pec
A quella Pec il Comune non ha risposto, da qui le accuse di Latini e Staffolani. «Non avevamo risposto perché in attesa della vulnerabilità sismica del San Carlo, giunta pochi giorni fa» scrive Pugnaloni postando il documento dove emerge la data di ottobre 2022 e l’importo per rimettere a nuovo lo stabile, oltre 4milioni di euro. E rilancia un appello alla Regione: «Se è disponibile a investire saremo felici di mettere a disposizione il San Carlo. Siamo aperti ad ogni possibile soluzione auspicando una chiara volontà politica». Intanto l’altra diatriba sul poliambulatorio da spostare a San Biagio finirà in consiglio regionale. Il Pd Marche, con primo firmatario Antonio Mastrovincenzo, ha depositato un’interrogazione per chiedere alla giunta Acquaroli il perché della scelta, sollevando dubbi su ricadute economiche e di regimazione idraulica e suggerendo di attendere 2 anni per fare la Casa della Salute al Ss. Benvenuto e Rocco, una volta trasferito l’ospedale all’Aspio.
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Corriere Adriatico