Ancona, operato al cuore: «La visita a Torrette? Non prima del 2025». La protesta della moglie: «Al Cup ci invitano ad andare da un privato»

Ancona, operato al cuore: «La visita a Torrette? Non prima del 2025»
ANCONA «È dal 23 marzo che provo a prenotare una visita cardiologica per mio marito a Torrette, dove è in cura. Chiamo tutti i giorni e ogni volta mi dicono...

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ANCONA «È dal 23 marzo che provo a prenotare una visita cardiologica per mio marito a Torrette, dove è in cura. Chiamo tutti i giorni e ogni volta mi dicono che non c’è posto, da qui a un anno e mezzo. Mi hanno pure suggerito di rivolgermi a un cardiologo privato: ma le tasse le pago anch’io, profumatamente. Una situazione del genere non è più accettabile». 

 


La lamentela


Ha perso la pazienza la moglie di un 72enne anconetano. Così, all’ennesimo tentativo fallito di prenotare una visita per conto del marito, ha deciso di rivolgersi direttamente alla segreteria dell’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini. «Ho inviato tutta la documentazione, i referti, l’impegnativa del medico curante - racconta la donna al Corriere Adriatico -. Ancora mi devono rispondere. Da cittadina italiana, sono molto delusa. Non è possibile che ci trattino così». Quella che da quasi cinque mesi prova a prenotare al Cup è una visita cardiologica non urgente, ma necessaria, per il marito.

Si era operato 20 anni fa

«Si è operato al cuore vent’anni fa a Pavia, da allora deve sottoporsi a periodici controlli ed è stato affidato alle cure del cardiologico Lancisi, nel polo di Torrette - spiega la donna -. Il nostro medico l’ha visitato il 23 marzo scorso e da quel giorno tento ogni giorno di prenotare una visita all’ospedale regionale tramite il Cup. Ma non c’è verso. Mi viene risposto che da qui a un anno e mezzo non c’è posto. E quando ho esposto il problema, un operatore una volta mi ha invitato a rinvolgermi ad un cardiologo privato. Che Italia è questa?». 


Siamo alle solite: è l’annoso problema delle liste d’attesa bloccate, a causa del quale non si riescono più a garantire nei tempi stabiliti le prestazioni sanitarie perché le strutture sono sempre più ingolfate. La Regione ha messo in campo diverse misure, tra cui il monitoraggio giornaliero della domanda e dell’offerta e un nuovo approccio del Cup che dovrebbe prendere in carico il paziente a cui non è possibile garantire la prestazione richiesta e ricontattarlo in tempi brevi per fissare un appuntamento. 
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Corriere Adriatico