Numana, l'esercito dei sub ripesca dal mare l'attrezzatura spazzata via

NUMANA - Sono arrivati da tutte le Marche ma anche da Parma, Belluno, Cesena e altre città d’Italia. Armati di muta, bombola e maschera hanno ripulito i fondali e...

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NUMANA - Sono arrivati da tutte le Marche ma anche da Parma, Belluno, Cesena e altre città d’Italia. Armati di muta, bombola e maschera hanno ripulito i fondali e recuperato le attrezzature balneari spazzate via dalla tromba d’aria che martedì ha colpito duramente Numana.

 

Una gara alla solidarietà, quella in corso nella cittadina rivierasca, che ieri mattina ha coinvolto circa 30 sub giunti da diversi centri della regione e della riviera adriatica su iniziativa del club subacqueo “Smile diving” di Porto Recanati. E nei giorni precedenti altrettanti volontari chiamati a raccolta dal “Centro sub Monte Conero” e dal “Sea Wolf Diving” di Numana. 
 
Se a distanza di appena due giorni da un evento naturale così devastante Numana si è rialzata più fiera ed unita di prima, lasciandosi alle spalle le immagini desolanti della distruzione per imprimere quelle di una spiaggia in gran forma e di nuovo pronta ad accogliere i suoi ospiti, è stato grazie alla tenacia degli operatori e al gesto solidale di colleghi, cittadini e perfino turisti che assieme alle istituzioni hanno profuso tempo e risorse. «Il gioco di squadra ci ha dato la forza di creare un vero e proprio miracolo – afferma il sindaco Gianluigi Tombolini - E’ stato un messaggio forte, sono esperienze che insegnano. Non ci sono state polemiche, solo collaborazione, sintonia, solidarietà e soprattutto la voglia di andare avanti nel rispetto di tutti: di chi ha attività, di chi ama Numana, dei turisti presenti e di quelli in arrivo». 
Anche ieri il ricordo di quei sessanta minuti, nel corso dei quali si è scatenato l’inferno, è tornato a riaffacciarsi in riviera. Una nuova allerta meteo arancione, diramata per Marche e Abruzzo, ha comprensibilmente creato un po’ di apprensione. Ma all’ombra del Conero gli operatori hanno reagito con grande tempra, tenendo aperte le strutture mentre monitoravano l’evolversi del tempo. Solo pochi giorni fa uno scenario apocalittico: spiagge e stabilimenti distrutti.

Ma sono bastate 48 ore per far tornare il paese di nuovo come prima. Si sono messe all’opera circa 200 persone. Un piccolo esercito alimentato anche dalle vicine città marchigiane e romagnole. Ombrelloni e lettini arrivati da Pesaro, Fano, Rimini e tante altre località. Nel pieno dell’emergenza, i carabinieri della stazione numanese sono usciti in strada anche in abiti civili aiutando a rimuovere i rami caduti sulle strade. E poi il lavoro immane dei vigili del fuoco, Protezione civile e operai comunali per risollevare Numana in tempi record. I volontari che hanno rastrellato le spiagge e raccolto i detriti. Non ultimo l’intervento dei subacquei locali e di quelli accorsi da ogni parte del Paese per liberare i fondali dalle attrezzature trascinate in mare dalla tromba d’aria. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico