Delitto della squillo: abbreviato per Orlandoni. Processo il 5 ottobre

Delitto della squillo: abbreviato per Orlandoni. Processo il 5 ottobre
NUMANA - Processo con rito abbreviato per l’omicidio della squillo romena Adriana Mihaela Simion, 26 anni, uccisa a coltellate in una villetta a Marcelli di Numana il 7...

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NUMANA - Processo con rito abbreviato per l’omicidio della squillo romena Adriana Mihaela Simion, 26 anni, uccisa a coltellate in una villetta a Marcelli di Numana il 7 aprile 2013. L’ha chiesto e ottenuto ieri la difesa dell’unico imputato per il delitto, l’imprenditore Carlo Orlandoni, 37 anni, di Castelfidardo. I suoi legali, gli avvocati Vittoria Sassi e Roberto Gusmitta, hanno formalizzato l’istanza al gup di Ancona Francesca Zagoreo davanti al quale si sarebbe dovuta svolgere l’udienza preliminare. Il processo è stato fissato per il 5 ottobre. La difesa, che ha depositato documenti e una corposa memoria, punta ad ottenere un’assoluzione rapida dell’imprenditore che venne arrestato nel luglio 2013 per omicidio volontario e poi scarcerato 20 giorni dopo per mancanza di gravi indizi di colpevolezza: dello stesso tenore erano stati due verdetti del Riesame e poi della Cassazione.


Orlandoni si era intrattenuto con la Simion il giorno del delitto. I due poi, per stessa ammissione dell’imputato, avevano litigato perché lei voleva un compenso extra per la sua compagnia. Il fidardense ha sempre negato di aver ucciso la ragazza e, per la difesa, nulla proverebbe la sua presenza nella casa al momento dell’omicidio. Parti civili i familiari della vittima per 250 mila euro: la Simion venne trovata a terra in una pozza di sangue, sotto il letto al secondo piano, da alcuni amici arrivati ad Ancona dall’Abruzzo perché preoccupati dal fatto che lei non rispondeva al telefono da ore. Il pm Irene Bilotta è convinta della colpevolezza: tra gli elementi d’accusa più significativi, oltre alle dichiarazioni autoaccusatorie ritenute dal tribunale però non utilizzabili, ci sono tracce del dna dell’imputato sulla t-shirt di lei: una macchia di sangue, misto uomo e donna, con genotipo praticamente identico a quello di Orlandoni trovato sulla maglietta indossata dalla vittima. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico