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MONTECAROTTO Un silenzio assordante avvolge il cambio ai vertici di Terre Cortesi-Moncaro. Tutti parlano ma nessuno si espone. Il comparto prende atto del passaggio da vice a presidente di Donatella Manetti ma continua ad interrogarsi sui motivi della sfiducia venerdì scorso del Cda nei confronti di Doriano Marchetti. Alla guida da quasi venti anni della prima cooperativa vitivinicola delle Marche, era stato confermato nella sua carica il 13 gennaio scorso da un’assemblea che aveva votato all’unanimità il bilancio 2022.
La riunione infuocata
Un ribaltone in una movimentata seduta venerdì scorso - che ha necessitato l’intervento dei Carabinieri – in cui devono aver pesato l’eccezionale ed inattesa presenza di Dahlgren J. Paul Staffan, l’importatore svedese della Moncaro e il primo voto della neo consigliera Federica Morricone. L’ex proprietaria della Cantina Villa Medoro acquisita l’anno scorso per 8,75 milioni di euro da Terre d'Abruzzo, società controllata da Moncaro, ed entrata come socio di capitale con 1,5 milioni di euro.
Il rapporto
L’impresa lavora in esclusiva per la cooperativa di Montecarotto. Cura e raccoglie l’uva dei suoi 120 ettari di proprietà e dei 100 ettari in affitto a lei affidati perché consegna a Moncaro. Un legame che non esiste per la neo presidente Donatella Manetti. «Moncaro - dichiara - è da sempre impegnata nella produzione e commercializzazione di vini di qualità nel mondo mentre la conduzione dei 120 ettari di vigneti di proprietà aziendale viene affidata a società terze specializzate nella coltivazione, produzione e raccolta delle uve e sono entità distinte dall'Azienda». Ieri era coinvolta in una serie di incontri, tra cui con Paolo Grossi della Flai Cgil territoriale. «Inoltre, smentisco – conclude la Manetti - ogni indiscrezione su possibili rischi occupazionali che non riguardano in alcun modo la cooperativa Moncaro». A squarciare il silenzio della politica ci pensa il consigliere regionale di FdI, Carlo Ciccioli. Si dichiara «preoccupato per il contraccolpo occupazionale» e per «la situazione gravemente debitoria verso i conferitori delle uve» ma anche su come «i conti fragili potrebbero suscitare gli interessi di personaggi equivoci che da “salvatori della patria” potrebbero compromettere, sotto molti punti di vista, la cooperativa».
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Corriere Adriatico