ANCONA Tre abitazioni svaligiate nel giro di quaranta giorni. Quanto basta per tremare di paura e vivere con l’angoscia, specie in queste sere d’estate, con le...
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Nella borsa rubata all'anziana c'è anche la dentiera: denunciato
Attorno alle 21,30 qualcuno ha sentito i cani abbaiare, si è affacciato, ha notato una figura che si aggirava nel giardino della vicina, che in questi giorni non è in casa perché ricoverata all’ospedale, ma ha pensato fosse il figlio. Trequarti d’ora dopo, lo stesso individuo è stato visto scappare a piedi e disperdersi in un boschetto. A quel punto è stato dato l’allarme. A confermare che, purtroppo, si trattava di un furto è stata la polizia, intervenuta con le Volanti per un sopralluogo.
La quantificazione del bottino è ancora in corso, ma si sa per certo che il malvivente è entrato da una finestra lasciata inavvertitamente aperta perché non risultano segni di effrazione. L’abitazione è stata visitata a fondo, il ladro ha avuto tutto il tempo di ispezionare armadi e cassetti: ora si attende il rientro della proprietaria per fare l’inventario degli oggetti mancanti, mentre gli agenti della Scientifica si sono occupati di isolare tracce di dna e impronte digitali che possano identificare un profilo genetico dell’autore del blitz.
Farà parte della stessa banda che l’8 luglio scorso ha ripulito altri due appartamenti nel cuore della frazione? Impossibile dirlo. Ma le affinità non mancano. L’orario è sempre lo stesso: fra le 21,30 e le 22,30. Anche allora in casa non c’era nessuno. I malviventi erano entrati in un caso dalla finestra, nell’altro forzando la porta d’ingresso. Sparirono soldi, gioielli e monili d’oro, secondo i rilievi allora effettuati dai carabinieri. Tre furti in poco più di un mese, dunque: non c’è pace a Montacuto che a ondate finisce nel bersaglio dei criminali così come tutta l’area che porta fino al Castellano. Una zona rurale dove l’illuminazione è scarsa, gli spazi sono ampi, boschi e campagne offrono preziosi assist per la fuga e i residenti si sentono indifesi, nonostante i controlli ciclicamente predisposti dalle forze di polizia. Quello tra novembre e dicembre 2018 è stato un periodo nero con almeno 11 colpi nel giro di due settimane, fra tentati e compiuti, sempre con la stessa tecnica: reti di recinzione tagliate, infissi rotti, razzia di oro e contanti. Facevano irruzione all’imbrunire, dalle 17 in poi, per dribblare il rischio di trovarsi faccia a faccia con i proprietari. I residenti, esasperati, erano arrivati ad organizzare chat su Whatsapp e ronde serali per assicurarsi un minimo di sicurezza in più, fino a che polizia e carabinieri non hanno allestito presidi fissi a cadenza quasi giornaliera. E allora sì che la banda, probabilmente dell’est Europa, ha deciso di levare le tende. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico