Osimo, minacce ai carabinieri dopo un incidente durante la gara ciclistica: condannati padre e figlio

Osimo, minacce ai carabinieri dopo un incidente durante la gara ciclistica: condannati padre e figlio
OSIMO Irritati e preoccupati per un incidente stradale capitato a un loro parente nel bel mezzo di una gara ciclistica, se l’erano presa con i carabinieri intervenuti per i...

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OSIMO Irritati e preoccupati per un incidente stradale capitato a un loro parente nel bel mezzo di una gara ciclistica, se l’erano presa con i carabinieri intervenuti per i rilievi ed erano arrivati a minacciarli nel momento in cui sono stati chiesti loro i documenti. «Questo è abuso di potere, vi veniamo a cercare quando non indossate la divisa», il tenore delle loro espressioni. Per quelle intimidazioni sono finiti a processo e sono stati condannati a 6 mesi di reclusione ciascuno (pena sospesa) padre e figlio, residenti a Filottrano, mentre sono stati assolti dall’accusa di interruzione di pubblico servizio. 

I fatti

L’incidente è avvenuto il 16 giugno 2019, giorno in cui ad Osimo si svolgeva il memorial “Alberto Gabrielloni”, tradizionale manifestazione ciclistica dedicata al compianto dirigente del Club Ciclistico Campocavallo. Durante la gara, un 72enne filottranese, alla guida della sua Bmw, si è scontrato con un motociclista che faceva parte della scorta tecnica all’altezza di un incrocio semaforico tra le provinciali 8 e 361, tra le frazioni di Padiglione e Passatempo. Al loro arrivo, i carabinieri e gli agenti della polizia locale hanno trovato il centauro ferito e l’automobilista sanguinante: sosteneva di essere stato colpito con un pugno al volto dal motociclista che faceva parte dell’organizzazione della gara ciclistica. Mentre il 118 si prendeva cura dei due pazienti, era arrivato all’improvviso un 39enne, nipote dell’automobilista. Era particolarmente agitato, voleva a tutti i costi avvicinarsi allo zio, al punto da intralciare l’operato dei carabinieri, con i quali ha ingaggiato uno scontro verbale. «Chiamo il colonnello e vi fa vedere lui» aveva urlato ai militari che gli avevano chiesto i documenti e lo avevano avvertito del fatto che avrebbe potuto passare guai giudiziari se avesse continuato a comportarsi così. Dopo qualche minuto era arrivato il padre del 39enne, anche lui con fare minaccioso, intento a prendere le difese del figlio. «Questo è abuso di potere, ho filmato tutto, vi denuncio e vi vengo a cercare quando siete senza divisa», è il succo delle minacce rivolte ai carabinieri.

Padre e figlio sono finiti a processo con la doppia accusa di interruzione del servizio di pubblica necessità di scorta tecnica e direzione del traffico (reato da cui sono stati assolti per insufficienza di prove) e resistenza a pubblico ufficiale: per quest’ultimo capo d’imputazione ieri sono stati condannati a 6 mesi ciascuno.

 

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Corriere Adriatico