Minacce alla squillo per riavere i soldi Condannato il rapinatore con le forbici

Minacce alla squillo per riavere i soldi Condannato il rapinatore con le forbici
ANCONA - Era stato arrestato con l’accusa di aver rapinato una squillo dopo averla minacciata con un paio di forbici per avere indietro i soldi della prestazione sessuale...

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ANCONA - Era stato arrestato con l’accusa di aver rapinato una squillo dopo averla minacciata con un paio di forbici per avere indietro i soldi della prestazione sessuale appena consumata. Per un macedone di 27 anni le manette erano scattate la mattina dello scorso 8 dicembre. Era stata la vittima, una 25enne brasiliana a lanciare l’allarme, facendo balzare nell’appartamento dell’uomo – in via Cardeto – la polizia. Lui era stato portato in carcere per poi tornare libero dopo quattro giorni. Lei aveva sporto denuncia in questura contro il cliente. Ieri mattina, il collegio penale ha condannato il macedone a scontare un anno e dieci mesi di reclusione per il reato di rapina.


 


La procura aveva chiesto una pena di quattro anni. All’imputato, difeso dall’avvocato Andrea Rossolini, è stata concessa la sospensione condizionale. Quando la mattina dell’8 dicembre gli agenti delle Volanti erano arrivati sul posto, avevano trovato la escort sotto casa dell’imputato. La donna aveva raccontato di aver avuto un rapporto con il 27enne dietro il pagamento di 150 euro, più 20 per il taxi che l’aveva condotta dal Piano al centro città. Terminato l’incontro intimo, l’uomo avrebbe minacciato la brasiliana con un paio di forbici per avere indietro i soldi elargiti poco prima. Per prenderli avrebbe strattonato la squillo infilato le mani nella tasca del giubbotto della vittima, tenendo sempre in mano le forbici. Tutt’altra la versione del macedone: lui aveva pagato 100 euro prima della prestazione. E quei contanti erano valevoli per mezz’ora di rapporto. Terminato l’incontro, lei ne aveva pretesi altri 50, per un importo complessivo di 150 euro. Quella cifra, però, secondo la versione del macedone, doveva essere pagata per un rapporto di almeno un’ora. Di qui, l’inizio di un litigio tra l’imputato e la brasiliana. Alla fine, lei le aveva restituito 100 euro. Uscita di casa, aveva lanciato l’allarme. Ma non subito, come sostenuto dalla difesa. La polizia era arrivata in via Cardeto a metà mattina, quasi tre ore dopo l’incontro intimo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico