ANCONA - Fermare "la corsa all'oro nero, il petrolio, e difendere il mare e le coste dell'Adriatico dall'assalto delle compagnie petrolifere". ...
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È l'obiettivo della manifestazione internazionale che, all'avvio della Goletta Verde, la campagna di Legambiente a difesa del mare e delle coste, ha interessato anche le Marche. La campagna è partita da Rovigno, in Croazia, con l'adesione della coalizione ambientalista croata Sos Adriatico e di numerose altre associazioni, sigle e cittadini. ù
Ad Ancona il manifesto #StopSeadrilling-No Oil è stato diffuso nella baia di Portonovo. Le associazioni chiedono che sia messa in campo un'azione per la tutela dell'Adriatico, con un impegno fra tutti i Paesi costieri per istituire un'area sensibile nell'alto e medio Adriatico.
L'Adriatico, "mare chiuso", è un ecosistema estremamente fragile, messo a dura prova, dicono i promotori di No Oil, con 78 concessioni già attive per l'estrazione di gas e petrolio, 17 permessi di ricerca già rilasciati nell'area italiana e 29 in fase di rilascio in quella croata, a cui si aggiungono 24 richieste avanzate per il tratto italiano.
"Nelle Marche - ricorda la presidente di Legambiente Francesca Pulcini - sono oltre 6.000 i chilometri quadrati di mare sotto scacco delle compagnie petrolifere tra permessi di ricerca, istanze di permessi di ricerca, piattaforme e pozzi già attivi, richieste di permessi di ricerca e di permessi di prospezione. Dal 3 al 12 giugno scorso, i ministri dell'Ambiente e dei Beni culturali hanno firmato dieci decreti che formalizzano la chiusura con esito positivo di altrettante procedure di Valutazione di impatto ambientale".
Fra queste, un permesso di 138 kmq assegnato alla Appennine Energy, per un intervento davanti alla costa tra Civitanova Marche e Grottammare. Secondo Pulcini una "nuova ma già vecchia stagione di trivellazioni contrasta anche con gli orizzonti delineati dalla Macroregione adriatico ionica". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico