Moie, accoltellato dopo una lite. L’accusato: «Non sono stato io»

Maiolati Spontini, il luogo dell’agguato
MAIOLATI SPONTINI  - «Non l’ho accoltellato io, non ne avevo motivo. La sera precedente ci eravamo incontrati al bar e avevamo chiacchierato tranquillamente....

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MAIOLATI SPONTINI  - «Non l’ho accoltellato io, non ne avevo motivo. La sera precedente ci eravamo incontrati al bar e avevamo chiacchierato tranquillamente. Nessuna lite, nessun tipo di rancore». Sono le parole espresse ieri mattina al giudice dal 66enne di Castelbellino (S. A.), arrestato venerdì dai carabinieri con l’accusa di aver tentato di uccidere un 83enne, ferito alla schiena con un coltello a Moie, tra via Trieste e via Fornaci. La versione difensiva è stata pronunciata in carcere, nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto. L’uomo, un ex geometra che avrebbe una pregressa storia psichiatrica alle spalle, ha risposto alle domande del gip Carlo Cimini, prendendo le distanze dalle contestazioni mosse dal pm Andrea Laurino.


Maiolati Spontini: dopo la lite al bar lo aspetta in strada, aggredito con 22 coltellate

«La mattina del fatto – ha detto al giudice – ero a casa, da solo. Perché avrei cercato di uccidere quell’uomo? Lo conosco e con lui non ho mai avuto alcun tipo di problema. Addirittura, la sera prima del fatto ci eravamo incontrati in un bar e avevamo chiacchierato in maniera tranquilla». Diverso il racconto della vittima che, invece, avrebbe riconosciuto e indicato il nome dell’aggressore ai carabinieri, mettendoli poi sulla pista del 66enne, difeso dall’avvocato Nicoletta Pelinga. 



Il gip ha convalidato l’arresto ma si è riservato sulla misura cautelare da adottare. Il pm ha chiesto la conferma del carcere per l’uomo residente a Castelbellino. Rimangono da chiarire alcuni punti oscuri. Tra questi, il movente che ha portato all’aggressione con il coltello, ritrovato dai militari smembrato di lama e manico e poi posto sotto sequestro. L’anziano ferito, ex assessore comunale molto conosciuto tra Maiolati Spontini e Castelbellino, si trova ancora ricoverato all’ospedale Carlo Urbani di Jesi. C’è finito venerdì mattina dopo essere stato soccorso da alcuni passanti in una pozza di sangue per i fendenti ricevuti. Nonostante la gravità delle ferite riportate, non è mai stato in pericolo di vita. I medici gli hanno applicato 22 punti di sutura in testa. L’83enne avrebbe anche un polmone perforato.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico