LORETO - E alla fine il forno Gentili ha abbassato le saracinesche. Ieri, attorno all’una. Dopo aver venduto l’ultimo pezzo di pane cotto a legna. Una notizia...
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Una decisione motivata dal desiderio di ritirarsi dalla scena lavorativa dopo tanti anni (circa 40) spesi a panificare come si faceva una volta nel laboratorio aperto nella zona industriale Brodolini, luogo di pellegrinaggio per cultori del gusto e buone forchette. Qui pane, pizza, crescia al formaggio e ciambelle di mosto erano rimasti fedeli ai canoni tramandati dal vecchio Cilè, fornaio di Candia che con mani d’oro e l’apetto sempre carico di fascine aveva avviato a Loreto l’attività. Tutti i segreti dell’autentica arte bianca, basata sulla semplicità e qualità degli ingredienti, erano custoditi nella dimensione artigianale di queste mura.
«Quel tipo di pane a legna, con mortadella affettata a mano e un calice di Bellavista, era patrimonio dell’Unesco», sottolinea l’ex consigliere comunale Emiliano Pigliacampo, fra gli ultimi clienti del forno ieri mattina. Tanti i ricordi e gli aneddoti che si sono avvicendati su Facebook non appena si è saputo della serrata. «Oggi è un giorno tristissimo per i loretani. È il giorno dell’addio alla pizza de Cilè. Il forno Gentili chiude i battenti», è il post dell’impresario funebre Giommi Giordano. «Una notizia che affligge il cuore» scrivono altri. «Un pezzo di storia» che se ne va. Resterà invece impresso nella memoria il gusto inconfondibile della sua pizza: «Ha accompagnato la mia infanzia: ogni tanto la compravo per assaporare i ricordi oltre al buonissimo sapore». «Veramente un peccato, una specialità loretana che perdiamo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico