LORETO In un’occasione, secondo la procura, aveva allungato le mani su due bambini – un maschio e una femmina - che stavano giocando insieme all’interno della...
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Le famiglie dei minorenni avevano denunciato quanto accaduto in due momenti diversi, facendo iniziare le indagini dei carabinieri della Compagnia di Osimo. Si erano concluse, nel febbraio 2017, con l’arresto di un operaio lauretano di 48 anni, individuato come il presunto responsabile delle molestie avvenute in acqua. Mercoledì pomeriggio, l’uomo è stato condannato dal collegio penale a quattro anni di reclusione per il reato di violenza sessuale su minore. Il pm Serena Bizzarri aveva chiesto il doppio della pena. La difesa, rappresentata dall’avvocato Donato Attanasio, ha già espresso la volontà di ricorrere in appello dopo la lettura delle motivazioni del verdetto. Usciranno entro tre mesi. Il 48enne, incensurato al momento dell’arresto operato dai militari su disposizione del gip, è attualmente libero e ha sempre negato ogni accusa mossa dagli investigatori. Parti civili al processo erano le famiglie dei due bambini. A quella del maschio, rappresentata dall’avvocato Maurizio Ballarini e residente a Porto Recanati, andrà una provvisionale di 17 mila euro. Otto mila euro la cifra stabilita per i genitori della bimba, sostenuti dal legale Andrea Reginelli e originari di Loreto. Il primo episodio passato in rassegna dalla procura è avvenuto il 27 ottobre 2016. Nella vasca idromassaggio del centro sportivo erano presenti entrambi i minori. Stando alle contestazioni, l’imputato era entrato in acqua e con la scusa di giocare con i bambini avrebbe allungato le mani su di loro, toccando le piccole vittime e facendosi, a sua volta, palpeggiare nelle parti intime. Il secondo episodio risale al 28 novembre e avrebbe coinvolto solamente il 12enne. Anche in questo caso, il minore sarebbe finito negli abbracci morbosi del 48enne.
Le molestie erano emerse perché la bimba aveva confessato quanto subito a un’amichetta che poi aveva riferito tutto a una docente di scuola. Il 12enne, invece, si era confidato con la mamma. A portare i carabinieri verso il molestatore era stato un tatuaggio impresso sul braccio del 48enne. Un segno identificativo rimasto nelle mente delle piccole vittime che, all’epoca, ignoravano il nome di colui che si era introdotto nella vasca. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico