Loreto, bimbo nato cerebroleso I genitori chiedono i danni alla Regione

Loreto, bimbo nato cerebroleso I genitori chiedono i danni alla Regione
LORETO - Dopo 11 anni, non è finita la battaglia giudiziaria tra la famiglia, residente a Castelfidardo di un bimbo nato a...

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LORETO - Dopo 11 anni, non è finita la battaglia giudiziaria tra la famiglia,


residente a Castelfidardo di un bimbo nato a Loreto nel 1994 con gravi problemi cerebrali e la Regione, "erede" dei contenziosi della vecchia Asl, ritenuta responsabile del fatto in sede civile nel 2014.

L'avvocato Anna Maria Ragaini ha depositato il 26 maggio per la parte offesa un atto di precetto a carico dell'ente, chiedendo il pagamento di 420 mila euro a saldo del risarcimento: a suo tempo l'assicurazione versò 1,7 miliardi di vecchie lire (circa 870 mila euro) cui si sono aggiunti 900 mila euro della Regione nel settembre scorso.



Sul tavolo restano due nodi: il disaccordo tra le parti sul residuo da pagare (72 mila euro o 420 mila euro) e la quota di risarcimento per la morte del bimbo (avvenuta nel 2009) non inserita nell'altra causa come avrebbe voluto la parte offesa. Il legale della famiglia, oltre a prepararsi ad un eventuale pignoramento, intraprenderà probabilmente una nuova azione civile per chiedere il ristoro anche dei danni derivati dalla morte del bambino.



Durante il parto vi furono gravi complicazioni: il neonato non usciva e il medico non era stato in grado di far fronte a questa emergenza. Il primario del reparto venne chiamato in tutta fretta e, ritornato subito in ospedale, estrasse il piccolo con l'uso del forcipe in pochi secondi. I minuti trascorsi in quelle condizioni però, causarono gravi lesioni cerebrali al bambino per cui si rese necessaria, anche negli anni successivi, un'assistenza sanitaria continua da parte di personale infermieristico specializzato. I genitori sporsero querela. Poi, dopo il parziale risarcimento danni, la ritirarono e il giudizio penale si estinse nel 2000. Proseguì invece la causa in sede civile che ancora non è finita. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico