Lavori mai partiti a Paterno, contratto stracciato. E la ditta porta il Comune di Ancona in tribunale

Tolto l’appalto per le palificate di Paterno. Ma l’azienda lamenta lacune progettuali, tutti dal giudice

Lavori mai partiti, contratto stracciato. E la ditta porta il Comune di Ancona in tribunale
ANCONA Scoppia il caso sulle palificate a sostegno del marciapiede di Paterno. Da una parte, il contratto d’appalto stracciato dal Comune per i lavori mai partiti....

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ANCONA Scoppia il caso sulle palificate a sostegno del marciapiede di Paterno. Da una parte, il contratto d’appalto stracciato dal Comune per i lavori mai partiti. Dall’altra, la ditta che contesta il progetto e porta in tribunale l’amministrazione. In mezzo, un cantiere che, ad oggi, non si è ancora visto. Con il quartiere lasciato (almeno per ora) a bocca asciutta. 


L’iter


Ma andiamo per ordine. L’opera, finanziata coni fondi Pnrr, rientrava nel pacchetto di lavori previsti dal Comune per il contenimento e la difesa del suolo. Avrebbe, dunque, dovuto “armare” il marciapiede perimetrale della frazione per un importo contrattuale di 179.871,23 euro, Iva esclusa. A ottobre il cantiere sarebbe dovuto partire. Ma i lavori, stando ai riscontri dell’ente, non sarebbero mai iniziati. Ai vari solleciti, la ditta avrebbe risposto palesando delle «difficoltà di esecuzione relativamente a questioni di dettaglio» del progetto. Alla fine, lo scorso marzo il Comune ha revocato il contratto d’appalto. Che è successo nel frattempo? L’azienda ha portato l’amministrazione in tribunale, davanti al giudice civile. La prima udienza, in trattazione scritta, si è tenuta nei giorni scorsi. Tramite il suo avvocato, la ditta ha chiesto al giudice di disporre un perizia preventiva sull’opera appaltata, volta essenzialmente alla ricerca di eventuali errori progettuali, all’accertamento della fattibilità di ipotesi alternative, al possibile danno subito a causa del contratto stracciato. 


La variante


L’azienda nella fase propedeutica alla consegna dei lavori, aveva anche richiesto una variante tecnica progettuale. Nella fase procedurale, la ditta si è riservata in caso di mancata conciliazione, di richiedere in fase di merito il risarcimento dei danni al Comune. 
 

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Corriere Adriatico