ANCONA - «Si può morire così giovani mentre si lavora?» si chiede il vescovo, mentre gli occhi lucidi di una chiesa intera puntano sul feretro di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Monsignor Angelo Spina scende dall’altare e porge una carezza sul volto rigato dalle lacrime di Giuliana, inconsolabile compagna dell’agente marittimo morto a 34 anni in porto. Le sussurra parole calde all’orecchio. Lei singhiozza, soffre con compostezza, ma alla fine cede al dolore. Si distende a terra e abbraccia la bara, come per non lasciarla più. Giuliana e Luca erano inseparabili. La loro era una storia d’amore perfetta, interrotta da un destino atroce, squarciata dallo schiocco secco del cavo di una nave che solo la Procura potrà dire perché si è spezzato e ha ucciso il giovane papà.
L’inchiesta andrà avanti, c’è un indagato per omicidio colposo - il 51enne ucraino comandante della Bf Philipp per la manovra con cui è attraccato alla banchina 23 - ma ci sarà tempo per la verità. Adesso è solo il momento del dolore. Una città intera ha pianto Luca Rizzeri, ieri, nel giorno dell’ultimo saluto. Il porto si è fermato per un minuto e hanno risuonato le sirene mentre il feretro faceva il suo ingresso nella chiesa delle Grazie, gremita di amici e colleghi in lacrime, fra le rappresentanze di portuali, ormeggiatori, piloti, sindacati, Polmare, Autorità Portuale, Capitaneria, Guardia Costiera e Vigili del fuoco, oltre all’assessore al porto Ida Simonella e alla presidente del consiglio comunale Susanna Dini. C’erano anche i titolari e i colleghi dell’agenzia marittima Archibugi, per cui il 34enne lavorava. E poi l’associazione Stella Maris, i bambini del gruppo estivo della parrocchia. Loro, così giovani, a pregare accanto all’altare. Una ragazzina si avvicina e dà una carezza a Giuliana che, in prima fila, non distoglie mai lo sguardo dal marito. Il secondogenito, Manuel, non c’è: è troppo piccolo per comprendere subito tutto questo. Quello più grande, Thomas, ha 9 anni. E’ molto forte. Con don Franco Marchetti - il parroco delle Grazie che ha unito in matrimonio Luca e Giuliana, e col vescovo e don Dino Cecconi, cappellano del porto, ha officiato il funerale - in camera ardente ha letto un bigliettino che aveva regalato al padre prima che andasse al lavoro.
Il biglietto
«Al mio amico del cuore, papà», c’era scritto. Quando è stato soccorso sulla banchina 23, esanime, Luca lo stringeva in mano, nella tasca dei pantaloni, e ora continua a farlo. «Non dimenticare mai quel biglietto - ha detto don Franco - e buon compleanno». Sì perché Luca giovedì avrebbe compiuto 34 anni. Sognava la torta, le candeline. Una giornata da passare in famiglia, semplice e pura come il suo amore che nemmeno questo spietato destino potrà cancellare. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico