JESI - La città piange “Lisbona”, così come tutti conoscevano sin da giovanissimo Luciano Bocchini, popolare e sanguigno volto della città e del...
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Oggi alle 16, nella chiesa parrocchiale di San Francesco d’Assisi, in tanti si stringeranno intorno alla signora Clara Gagliardini, ai due figli di Luciano, Juri e Luca, alle nuore e ai nipoti. E in tanti, anzi intere generazioni di calciatori o anche solo per pochi anni aspiranti tali, porteranno il loro saluto a Lisbona, nel cuore il ricordo di un insegnamento, calcistico o più spesso di vita, di una battuta, di un aneddoto o di una storia, spesso divertenti ma soprattutto e sempre intrise di passione.
Passione per il calcio a partire da quello giovanile, con la fondazione negli anni ’70 della società Largo Europa di cui era stato dirigente, allenatore e factotum, e di super tifoso della Jesina degli anni d’oro e di quelli più difficili. «Un amico fraterno - lo ricorda Marco Polita, presidente di quel Largo Europa e ora della Jesina- che si è conquistato l’affetto smisurato di centinaia di ragazzi che aveva allenato, seguito, fatto crescere. Avevamo fondato il Largo Europa insieme a Gianfranco Gagliardini e Osvaldo Presti.
“Lisbona”, ferroviere, staccava dai turni di notte e era subito pronto la mattina ad accompagnare le squadre in trasferta. Una persona solo apparentemente burbera ma di grandissima generosità. Ha dedicato una vita allo sport e a creare qualcosa che poi ha dato origine all’odierno vivaio della Jesina, che ha incorporato quello del Largo Europa. Solo la malattia l’aveva costretto a rallentare un po’. Ma della Jesina continuava a chiedermi come della prima cosa quando lo andavo a trovare». La stessa società leoncella esprime il cordoglio per la scomparsa di “Lisbona”. «Si è distinto per il grande impegno verso i giovani della città e per lo sport del territorio trasmettendo valori di lealtà e correttezza - si legge in una nota - Grande tifoso leoncello e grande organizzatore di trasferte di tifosi in occasione di gare importanti negli ultimi trent’anni. Negli ultimi mesi, costretto a letto, continuava a distanza a fare il tifo e ad interessarsi alla squadra». Ricorda la figura di Luciano Bocchini l’assessore allo sport e già calciatore professionista e della Jesina Ugo Coltorti: «Ho di lui l’immagine di responsabile del Largo Europa, negli anni in cui iniziavo a giocare e mio padre era responsabile della Paper Mais. Solo persone come Lisbona, con la loro passione in anni in cui non c’era nulla, ci hanno permesso di innamorarci del calcio. E hanno fatto del bene ai ragazzi». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico