In lacrime per la morte del mitico Lisbona una vita dedicata al calcio in città

In lacrime per la morte del mitico Lisbona una vita dedicata al calcio in città
JESI - La città piange “Lisbona”, così come tutti conoscevano sin da giovanissimo Luciano Bocchini, popolare e sanguigno volto della città e del...

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JESI - La città piange “Lisbona”, così come tutti conoscevano sin da giovanissimo Luciano Bocchini, popolare e sanguigno volto della città e del suo mondo sportivo e calcistico, scomparso alle 8 di ieri mattina, dopo un male con cui lottava con tenacia e a testa alta da anni, all’ospedale Carlo Urbani. Aveva 69 anni.


Oggi alle 16, nella chiesa parrocchiale di San Francesco d’Assisi, in tanti si stringeranno intorno alla signora Clara Gagliardini, ai due figli di Luciano, Juri e Luca, alle nuore e ai nipoti. E in tanti, anzi intere generazioni di calciatori o anche solo per pochi anni aspiranti tali, porteranno il loro saluto a Lisbona, nel cuore il ricordo di un insegnamento, calcistico o più spesso di vita, di una battuta, di un aneddoto o di una storia, spesso divertenti ma soprattutto e sempre intrise di passione.

 

Passione per il calcio a partire da quello giovanile, con la fondazione negli anni ’70 della società Largo Europa di cui era stato dirigente, allenatore e factotum, e di super tifoso della Jesina degli anni d’oro e di quelli più difficili. «Un amico fraterno - lo ricorda Marco Polita, presidente di quel Largo Europa e ora della Jesina- che si è conquistato l’affetto smisurato di centinaia di ragazzi che aveva allenato, seguito, fatto crescere. Avevamo fondato il Largo Europa insieme a Gianfranco Gagliardini e Osvaldo Presti.


“Lisbona”, ferroviere, staccava dai turni di notte e era subito pronto la mattina ad accompagnare le squadre in trasferta. Una persona solo apparentemente burbera ma di grandissima generosità. Ha dedicato una vita allo sport e a creare qualcosa che poi ha dato origine all’odierno vivaio della Jesina, che ha incorporato quello del Largo Europa. Solo la malattia l’aveva costretto a rallentare un po’. Ma della Jesina continuava a chiedermi come della prima cosa quando lo andavo a trovare». La stessa società leoncella esprime il cordoglio per la scomparsa di “Lisbona”. «Si è distinto per il grande impegno verso i giovani della città e per lo sport del territorio trasmettendo valori di lealtà e correttezza - si legge in una nota - Grande tifoso leoncello e grande organizzatore di trasferte di tifosi in occasione di gare importanti negli ultimi trent’anni. Negli ultimi mesi, costretto a letto, continuava a distanza a fare il tifo e ad interessarsi alla squadra». Ricorda la figura di Luciano Bocchini l’assessore allo sport e già calciatore professionista e della Jesina Ugo Coltorti: «Ho di lui l’immagine di responsabile del Largo Europa, negli anni in cui iniziavo a giocare e mio padre era responsabile della Paper Mais. Solo persone come Lisbona, con la loro passione in anni in cui non c’era nulla, ci hanno permesso di innamorarci del calcio. E hanno fatto del bene ai ragazzi».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico