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JESI - Avevano chiesto giustizia, i due amici, entrambi ventunenni, accerchiati e pestati dal branco il 28 marzo scorso ai giardini pubblici di Jesi. E l’hanno ottenuta. Uno dei sette, che quella notte, intorno all’una, si erano avvicinati con la scusa di una sigaretta e poi li avevano colpiti con calci e pugni e perfino una bottiglia di spumante, è stato arrestato martedì notte dai Carabinieri della Compagnia di Jesi.
Si tratta di un 19enne di origine africana, residente a Jesi. Le forze dell’ordine gli davano la caccia già dal pomeriggio perché il nordafricano dopo aver ricevuto qualche ora prima la notifica della misura cautelare degli arresti domiciliari per furto, rapina e lesione, aveva fatto perdere le tracce di sé.
Il provvedimento
È stato il padre a dare l’allarme e quando i Carabinieri lo hanno trovato in piena notte girovagare al parco di Jesi, per il ragazzo è scattato l’arresto per evasione, convalidato poi ieri mattina dal Tribunale.
«Quando si sono avvicinati a noi, sapevamo già come sarebbe finita – aveva spiegato al Corriere Adriatico una delle vittime –, sapevamo chi fossero perché qualche giorno prima avevano picchiato un nostro amico». E infatti i due ragazzi aggrediti, il sabato seguente, durante il riconoscimento fotografico in Caserma a Jesi sono riusciti a identificare quattro del branco. «Erano in sette, siamo riusciti a vederli in volto - aveva raccontato uno dei due giovani picchiati - . Si sono avvicinati a noi per chiederci una sigaretta, poi ci hanno accerchiato. Abbiamo cercato di dileguarci, ma hanno iniziato a colpirci con calci e pugni. È volata pure una bottiglia di spumante. Credo cercassero dei soldi perché frugavano dentro le nostre tasche, ma sono riusciti solo a sfilare al mio amico alcune sigarette». Ancora il ricordo della paura: «Con noi c’erano anche delle ragazze, le avevamo raggiunte ai giardini per un compleanno, si sono spaventate tantissimo, sono corse a casa in lacrime. Non prima di aver chiamato i Carabinieri però».
Le conseguenze
I due amici aggrediti sono finiti in ospedale uno con un lieve trauma cranico e un dente scheggiato e l’altro con una microfrattura allo zigomo: per entrambi trenta giorni di prognosi. L’aggressione aveva creato indignazione tra i genitori, che, preoccupati, avevano chiesto maggior sicurezza per i propri figli. «Ora ci auguriamo che vengano presi anche gli altri», ha detto ieri un papà. «Ringraziamo le forze dell’ordine per il loro lavoro - rimarca uno dei giovani picchiati - . Confidavamo nei Carabinieri e non siamo stati delusi. La vendetta non ci appartiene, ma la giustizia era l’unica cosa che ci interessava di questa vicenda. Ora però è importante che cessi ogni forma di violenza».
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