«Ho picchiato io quelle due donne». Lo studente si consegna con i genitori ma rimane in libertà. Ecco che è successo

«Ho picchiato io quelle due donne». Lo studente si consegna con i genitori: rimane in libertà
JESI  - E’ in stato di libertà lo studente 18enne che si è reso responsabile della brutale aggressione a madre e figlia in via Montelatiero sabato...

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JESI  - E’ in stato di libertà lo studente 18enne che si è reso responsabile della brutale aggressione a madre e figlia in via Montelatiero sabato pomeriggio. Per il momento non sono stati adottati provvedimenti dall’autorità giudiziaria, essendo incensurato ed essendosi presentato spontaneamente dai Carabinieri.

 

Il giovane, accompagnato dai genitori, si è recato alla caserma di Corso Matteotti ammettendo le proprie responsabilità, ma senza spiegare cosa gli sia preso in quei concitati minuti quando con sguardo fisso e pugno stretto, si avventava su una 90enne inerme massacrandola di botte tanto da renderla irriconoscibile. Era in preda ai fumi dell’alcol dopo aver festeggiato la fine dell’anno scolastico a pranzo con i compagni di classe. E se oltre all’abuso etilico in corpo avesse anche altre sostanze psicotrope, sarà accertato dagli esami tossicologici. 

 
Secondo gli inquirenti il fatto che si sia presentato spontaneamente in caserma fa venire meno il pericolo di fuga, circostanza per la quale sarebbe stata necessaria una misura restrittiva della libertà. Sono ancora in corso le indagini per ricostruire la dinamica di quel pomeriggio di terrore, che difficilmente madre e figlia riusciranno a cancellare, anche quando le ferite nel corpo si rimargineranno, col tempo e le terapie. L’anziana è ancora ricoverata in ospedale con un trauma cranico, una frattura del setto nasale e di una vertebra, un’emorragia cerebrale e contusioni su tutto il corpo. Per lei la prognosi è di 60 giorni. Dimessa ma con una serie di accertamenti clinici da eseguire, la figlia 60enne anche lei raggiunta dalla furia di quel ragazzo fuori controllo che l’ha aggredita a pugni in testa e calci al costato.

«Aveva gli occhi fissi, sbarrati e il pugno stretto con cui ci massacrava di botte – ha detto la donna sotto choc – gli tremavano le mani mentre grondanti del sangue di mamma continuava a colpirla sebbene non si muovesse più. Io temevo che l’avesse ammazzata e che avrebbe ammazzato anche me. Il labbro inferiore che tremava, le pupille dilatate che si muovevano. Quella faccia non la dimenticherò più per il resto della mia vita».


Adesso solo paura, senso di impotenza e desiderio di giustizia. «Non so chi sia, né perché si sia avventato con tanta ferocia su di noi, ma spero che paghi per quello che ha fatto. Con un percorso di rieducazione, con la galera non mi importa. Ma deve rendersi conto del male che ci ha fatto». Da accertare se la reazione del giovane, che aveva raggiunto via Montelatiero per fare jogging, sia dovuta a una perdita di controllo per via dell’abuso di sostanze (alcoliche o psicotrope) o se sia dovuta a problematiche di natura psichiatrica. Il pm dePaolo Gubinelli al termine di tutti gli accertamenti del caso dovrà stabilire eventuali provvedimenti e anche il capo d’imputazione da contestare al giovane, che potrebbe oscillare dalle lesioni personali gravi o anche il tentato omicidio. 

 

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Corriere Adriatico