Caterpillar, si muove anche la Regione: «Scelta unilaterale gravissima». Cresce la rabbia dei lavoratori

Caterpillar, si muove anche la Regione: «Scelta unilaterale gravissima». Cresce la rabbia dei lavoratori
JESI  - «Da criminali chiudere uno stabilimento che lavora a pieno regime, con richiesta di straordinari, bilanci in attivo, senza problemi finanziari». Nel...

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JESI  - «Da criminali chiudere uno stabilimento che lavora a pieno regime, con richiesta di straordinari, bilanci in attivo, senza problemi finanziari». Nel volantino distribuito ieri in città, la rabbia dei lavoratori Caterpillar per l’improvvisa decisione della multinazionale di chiudere la fabbrica di Jesi: 260 dipendenti a rischio. «Dopo che nel 2014 ha battuto cassa al Comune per ampliare lo stabilimento, promettendo assunzioni e posti – ricordano- è inaccettabile. La vertenza dovrà coinvolgere tutte le istituzioni territoriali». 

 


Fra queste, il presidente della Regione Francesco Acquaroli parla di «fatto gravissimo e scelte unilaterali inaccettabili frutto di una visione miope». E promette di coinvolgere il Ministero. Mentre l’assessore regionale al lavoro Stefano Aguzzi, che domani sarà alle 9 al presidio dei dipendenti in sciopero in via Roncaglia e poi riceverà i sindacati a Palazzo Leopardi, prende contatto con l’azienda. Dice Acquaroli: «Coinvolgerò direttamente il Ministro, anche con una lettera formale, affinché il Governo intervenga subito e ci aiuti a difendere i nostri territori. Massima solidarietà e vicinanza ai lavoratori e massimo impegno della Regione». 


Per l’assessore Aguzzi: «Passata una crisi (Elica), purtroppo, siamo già di fronte ad un’altra. Notizia totalmente inattesa, non si può perdere tempo. Mia intenzione convocare la proprietà, già stabilito un contatto». Si fa sentire la politica nazionale. «La drammatica notizia della Caterpillar di Jesi ci spinge con ancora più forza a chiedere nuove regole. Oltreché al governo a bloccare questa inaccettabile scelta» scrive il segretario del Pd, Enrico Letta. Per il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: «Lavoratori licenziati con un metodo irrispettoso di diritti e dignità, una multinazionale che si presenta con guardaspalle come negli anni ‘20 del secolo scorso». Chiede l’intervento del Ministero contro un «piano assurdo e inaccettabile» il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano. Ai «colleghi della Caterpillar» solidarietà di lavoratrici e lavoratori Elica, che esprimono «sdegno e rabbia, ennesima scelta di manager che calpestano la dignità delle persone. Saremo al vostro fianco».

Lo jesino Massimo Stronati, presidente nazionale Confcooperative Lavoro e Servizi, commenta e allarga il tiro: «Sono nato a Jesi in un quartiere dove c’erano 4 grandi fabbriche. Di queste, Sima ha trovato la sua prosecuzione in Caterpillar, ormai in maniera consolidata un pezzo importante della Jesi imprenditoriale. Sono preoccupato e contrariato. Faccio l’imprenditore nella cooperazione e le cooperative, radicate come sono nel territorio, non delocalizzano. Una multinazionale “all for profit” sposterà produzioni in Paesi più attrattivi per costi diretti e tasse. Per Jesi è devastante». Secondo Stronati: «Ci vuole un patto forte tra parti sociali, Comune e Regione per salvare il lavoro in questo territorio».

Dunque, Stronati chiede: «Da più di un anno e mezzo si parla di Amazon a Jesi. Giro l’Italia e vedo altre aperture, Jesi è in stand by: perché? Si parla di concertare, la concertazione in Regione c’è. Si parla di fare sistema, in alcuni comparti sta avvenendo, ma secondo me bisogna fare di più. Questo territorio deve essere preso in considerazione perché è reattivo, pronto da sempre per grandi progettualità. Adoperiamoci tutti, Regione in primis per sbloccare questo grande insediamento. Non possiamo aspettare promesse. Perché poi abbiamo a che fare con multinazionali, le cui teste ragionano altrove e dove i territori non pesano per Dna ma per quel che rendono». 

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Corriere Adriatico