Carico di coca nel furgone, l'uomo arrestato: «Sapevo che non era pulito»

Carico di coca nel furgone, l'uomo arrestato: «Sapevo che non era pulito»
JESI «Sì, ero alla guida di un furgone che capivo non fosse pulito, ma non sapevo cosa stessi trasportando. Mi hanno solo detto di portarlo in Sicilia». Paolo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

JESI «Sì, ero alla guida di un furgone che capivo non fosse pulito, ma non sapevo cosa stessi trasportando. Mi hanno solo detto di portarlo in Sicilia». Paolo Corinaldesi, il 41enne jesino arrestato dalle Fiamme gialle con 17,3 chili di cocaina purissima nascosta in un doppiofondo del veicolo che guidava, è in carcere a Palermo.

 

Davanti al gip si è assunto le sue responsabilità. Ha ammesso di sapere che il carico fosse illegale ma di non conoscerne la natura. Non poteva fare altrimenti, essendo stato trovato alla guida di un furgone imbottito di droga, 15 involucri con l’immagine del Padrino. Il gip, ritenendo che vi fosse pericolo di fuga o di reiterazione del reato e in considerazione delle sue stesse ammissioni, nel convalidare l’arresto ha disposto la custodia cautelare in carcere. Il suo difensore, l’avvocato Maria Costantino, incontrerà Corinaldesi in carcere martedì. Probabilmente sceglierà un rito alternativo.

Intanto il pubblico ministero ha sollevato l’eccezione della competenza territoriale poiché il fermo è avvenuto allo svincolo autostradale di Buonfornello, pertanto gli atti del processo saranno inviati alla Procura di Termini Imerese. L’operaio jesino sarebbe dunque un insospettabile anello di collegamento con la criminalità organizzata: il vettore fa parte di una struttura ben organizzata di cui Corinaldesi era il corriere, partito dalle Marche con un carico che scotta. Le indagini della Guardia di finanza continuano ed è possibile che possano estendersi fino alle Marche. 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico