Addio a Carlo, era l’anima delle Acli di Jesi: i figli pattinatori oggi corrono per lui

JESI  - Non è solo morto un uomo, un padre di famiglia, ma è crollata la colonna portante di una società sportiva, vivaio dove bambini col sogno del...

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JESI  - Non è solo morto un uomo, un padre di famiglia, ma è crollata la colonna portante di una società sportiva, vivaio dove bambini col sogno del pattinaggio artistico crescono e diventano campioni. Carlo Bartolomeoli, l’autotrasportatore 58enne di Jesi vittima del tragico incidente di lunedì in A14, tra San Benedetto del Tronto e Grottammare, era il perno della società Acli Pattinaggio di Jesi, di cui era stato presidente dal 2000 al 2005. I suoi tre figli, Melissa (25 anni), Rebecca (20) e Jacopo (17) sono campioni della società rotellistica, le due ragazze - nate sportivamente dentro l’Acli - insegnano ai piccoli di 4 e 5 anni. 

 


Rebecca è stata pattinatrice azzurra in Nazionale, tutti e tre hanno avuto ottimi piazzamenti ai Campionati regionali, tanto che ora si trovano a Riccione per disputare la prima gara nazionale dopo il Covid, gli “Italian Roller Games 2021” fino al 4 luglio. La loro gara, valevole per i Campionati italiani assoluti, sarà proprio oggi, giorno importante che affrontano con il cuore spezzato. Il loro papà lavorava per mandare avanti la famiglia, con un senso di responsabilità che gli imponeva di fare sacrifici anche per permettere alla loro passione sportiva di crescere. Era un lavoratore instancabile e nelle Acli, cui si era avvicinato come tanti altri genitori nel 2001 quando Melissa aveva 5 anni, si era messo a disposizione prestando volontariato per sistemare i campi di allenamento, preparare le gare, trovare i services per gli spettacoli. Aveva anche coinvolto la moglie Loriana, abile nel cucito, che è la costumista. I figli sono cresciuti nelle Acli.

«Per questo oggi il nostro dolore è quello di una famiglia – dice commossa l’allenatrice Maria Belardinelli –. Carlo era una persona straordinaria, un lavoratore instancabile. Lo abbiamo apprezzato subito per la grande disponibilità quando la figlia Melissa muoveva i primi passi nel mondo del pattinaggio artistico, poi nel tempo è diventato presidente, uno che risolveva ogni tipo di difficoltà. Non si tirava mai indietro quando c’era da impegnarsi e affrontava ogni sacrificio col sorriso di un padre che vede realizzarsi i suoi figli».


«Siamo stati raggiunti dalla notizia della tragedia nel tardo pomeriggio di lunedì - prosegue Belardinelli -, siamo a Riccione per le gare, non volevamo crederci. I suoi adorabili figli sono campioni anche nel modo in cui coinvolgono e si occupano dei più piccoli, non meritavano un dolore così. Abbiamo il cuore spezzato». Le parole dell’allenatrice sono cariche di partecipazione, ed esprimono il cordoglio di tutta la società sportiva – oggi guidata dalla presidente Olema Gualerni – per questa tragedia. Una vera famiglia le Acli, con i suoi 100 allievi dai 4 ai 25 anni che oggi si stringono a Melissa, Rebecca e Jacopo, alla loro mamma e alla anziana nonna paterna, che vive a Chiaravalle.

Intanto la Procura sta analizzando gli aspetti di questo disastro in cui ha perso la vita anche un altro autotrasportatore abruzzese, Mario Miani, di 57 anni. Ferito un terzo autista, un 55enne di Macerata, unico superstite, alla guida dell’ultimo tir coinvolto nel tremendo tamponamento a catena tra mezzi pesanti. Con ogni probabilità sarà aperto un fascicolo per incidente mortale sul lavoro, visto che Bartolomeoli (dipendente della ditta “Afp Group Cargo” srl di Monsano) stava tornando in direzione Ancona dopo aver scaricato bancali di legname a Pescara. 

 

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Corriere Adriatico