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JESI - Sicurezza stradale nel mirino e idea autovelox per via Paradiso e via dei Colli. Le due principali arterie stradali per l’ingresso e l’uscita a nord della città, già al centro dell’attenzione nelle ultime settimane dal punto di vista della pericolosità: la prima, via Paradiso, con una iniziativa della maggioranza nell’ultima seduta del Consiglio; la seconda, via dei Colli, con una apposita mozione del consigliere Pd Andrea Binci iscritta all’ordine del giorno dell’assemblea di giovedì prossimo.
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L’amministrazione comunale dal canto suo ne ha discusso in due differenti incontri coi residenti. E promette interventi – dal rifacimento della segnaletica all’intensificazione dei controlli da parte della Polizia locale - e provvedimenti per ridurre la velocità dei veicoli e garantire la piena sicurezza dei pedoni.
Proprio su via dei Colli si concentra il dem Binci: «Alcune settimane fa c’è stato un grave incidente stradale che ha coinvolto quattro persone, fra cui due bambini. La strada già in passato è stato teatro di altri incidenti stradali gravi, una delle cause è senza dubbio l’alta velocità con cui si percorre il tratto che va da Via Gramsci all’ospedale Carlo Urbani. Un’altra causa è la scarsa visibilità per chi si immette dalle vie limitrofe. La segnaletica stradale orizzontale ha necessità di un urgente intervento e spesso è coperta dagli alberi».
In precedenza erano stati dalla maggioranza Matteo Baleani (Jesiamo), Michele Caimmi e Sandro Angeletti (Jesinsieme) a rimarcare a proposito di via Paradiso: «Nel corso degli anni non sono state apportate significative modifiche migliorative né adeguamenti a piena garanzia della sicurezza delle persone e dei mezzi, mentre diversi sono stati gli incidenti. Si rende evidentemente necessario migliorare, dove e per quanto possibile, le condizioni di via Paradiso e assicurare il rispetto del limite di velocità lungo questo tratto, in parte sprovvisto di marciapiedi e di adeguati spazi laterali per il transito di pedoni e ciclisti e di piazzole di sosta per i mezzi». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico