Jesi, Fiordelmondo all’attacco della Regione: «Solo briciole per la sanità provinciale: su 9 milioni solo 180mila euro all’Ast»

Il sindaco: «La disparità di trattamento è imbarazzante»

Jesi, Fiordelmondo all’attacco della Regione: «Solo briciole per la sanità provinciale: su 9 milioni solo 180mila euro all’Ast»
JESI - Personale che manca e liste d’attesa crescenti all’ospedale Carlo Urbani: il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo attacca la Regione per la...

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JESI - Personale che manca e liste d’attesa crescenti all’ospedale Carlo Urbani: il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo attacca la Regione per la «disparità di trattamento imbarazzante» nell’incremento della spesa sanitaria fra l’Ast della provincia di Ancona e tutte le altre. E chiede che il confronto sul tema sia portato nell’assemblea dei sindaci, «ad oggi ancora mai convocata».

 

Il confronto

Un intervento, quello di Fiordelmondo, che parte dalla considerazione che «la Regione Marche ha aumentato i tetti di spesa sanitaria per il personale, ma con una disparità di trattamento imbarazzante: dei 9 milioni stanziati complessivamente, appena 180 mila euro (il 2%) è stato destinato all’Ast provinciale. Risorse totalmente insufficienti che denotano una scarsa attenzione per una provincia dove risiede un terzo della popolazione regionale e che da tempo chiede una risposta per le sue strutture sanitarie di I livello». Il Carlo Urbani di Jesi «che è a servizio di un ampio territorio avrebbe certamente bisogno – rivendica Fiordelmondo - di una implementazione della sua pianta organica, stante la preoccupante crescente lista di attesa anche per gli interventi più urgenti».

Il primo cittadino parla di scelte di cui si apprende «sempre e solo dalla stampa» e rivolge l’appello: «Ritengo che sia giunto il tempo che alcune decisioni trovino una sede di confronto utile, in seno all’assemblea dei sindaci, organo previsto e codificato dalla Legge Regionale e ad oggi ancora mai convocata». Per Fiordelmondo: «È quello l’organismo di rappresentanza per l’espressione dei bisogni di salute e di servizi alla persona nel territorio di competenza che può aiutare tutti ad una riflessione più condivisa relativa ad un tema tanto centrale quanto delicato, come quello della sanità territoriale. Utile anche a superare una situazione che vede proprio i sindaci a doversi misurare quotidianamente con le criticità che vengono evidenziate sia dagli operatori sanitari che dagli stessi cittadini».

In tema di liste di attesa, ancora di recente il responsabile del Tribunale del Malato di Jesi aveva parlato di «mammografia disponibile non prima del 2025 e peraltro fuori dall’Ast di Ancona, a Civitanova. Per un ecocolor doppler agli arti inferiori occorre circa un anno, per una tac all’addome almeno sette, otto mesi». Secondo Liguori occorrono «un piano serio di abbattimento dell’attesa, risorse umane e soldi per aumentare l’offerta di prestazioni in convenzione, magari riducendo quelle in libera professione che guarda caso trovano invece sempre più spazio». Contesto in cui i previsti Ospedale e Casa della Comunità rischiano d’essere «cattedrali nel deserto».

 

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Corriere Adriatico