Quaranta abitazioni affittate in nero: scoperta l’evasione formato famiglia

Quaranta abitazioni affittate in nero: scoperta l’evasione formato famiglia
JESI - Affittavano appartamenti e monolocali, circa 40 alloggi sparsi in diversi quartieri di Jesi, ma solo una parte degli introiti effettivi veniva registrata nei contratti di...

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JESI - Affittavano appartamenti e monolocali, circa 40 alloggi sparsi in diversi quartieri di Jesi, ma solo una parte degli introiti effettivi veniva registrata nei contratti di locazione e dichiarata al Fisco. Anzi, in molti casi, probabilmente la maggior parte, l’affitto era proprio in nero e non figurava nelle dichiarazioni dei redditi, ma in una contabilità clandestina.


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Tre jesini, tutti imparentati tra loro, sono stati denunciati come evasori fiscali al termine di un’indagine conclusa nei giorni scorsi della Compagnia della Guardia di finanza di Jesi, mirata proprio al contrasto del fenomeno degli affitti in nero. L’operazione delle Fiamme Gialle, denominata appunto “black rent”, è nata da un’attività di polizia giudiziaria delegata della Procura della Repubblica di Ancona, che procedeva per un altro filone d’indagine. Ma durante gli accertamenti i finanzieri della Compagnia di Jesi, al comando del Capitano Antonio Falco, hanno scoperto e sequestrato una mole di documentazione tenuta nascosta dal fisco, una specie di contabilità occulta relativa alla locazione di numerosi immobili di proprietà dei tre jesini. 

Dall’esame attento dei documenti e dai controlli fiscali incrociati è emerso che, per 40 abitazioni riconducibili alle tre persone legate da parentela, il sistema degli affitti era semiclandestino. I proprietari, secondo la ricostruzione delle Fiamme Gialle, avevano infatti l’abitudine di aggiornare, in modo sistematico e preciso per ogni alloggio dato in locazione, una scheda extra-contabile riepilogativa dei dati dei conduttori, registrando mensilmente i canoni corrisposti in “nero” dagli inquilini.

Nella maggior parte dei casi il pagamento era interamente sottobanco, in altri il sistema era misto, con una parte del canone registrata nel contratto di locazione oltre a un surplus versato in nero e annotato nella contabilità occulta. Tutti gli appartamenti e monolocali oggetto dell’indagine si trovano nel comune di Jesi ed erano destinati soltanto ad uso abitativo, affittati sia a italiani che stranieri in un periodo che va dal 2014 fino a pochi mesi fa. Esaminando con riscontri durati settimane l’attività di locazione svolta in nero nell’arco di questi sei anni, i finanzieri della Compagnia di Jesi hanno ricostruito presunti redditi sottratti a tassazione per un totale di 250.000 euro. 

L’indagine si inserisce in un ampio e articolato dispositivo della Guardia di Finanza finalizzato al contrasto dell’evasione, «fenomeno che produce effetti negativi per l’economia - sottolineano le Fiamme Gialle -, danneggia le risorse economiche dello Stato ed accresce il carico fiscale dei cittadini onesti». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico