La nonnina teme di essere sfrattata e diventa molestatrice a Jesi: «Se ti separi, mi metti sul lastrico»

La nonnina teme di essere sfrattata e diventa molestatrice a Jesi: «Se ti separi, mi metti sul lastrico»
JESI Un tam-tam molesto e anche minaccioso di messaggi whatsapp, insinuazioni, recriminazioni e frasi scagliate come frecciate per innescare un grave senso di colpa nella vittima...

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JESI Un tam-tam molesto e anche minaccioso di messaggi whatsapp, insinuazioni, recriminazioni e frasi scagliate come frecciate per innescare un grave senso di colpa nella vittima che stava affrontando una separazione legale dal marito. L’obiettivo non era certo quello di far ricucire il rapporto ai due, nessuna solidarietà o umana vicinanza dietro quei messaggi.

 

Ma l’intento era piuttosto di preservare quel tetto che la molestatrice – una donna di 76 anni – temeva potesse perdere se il suo locatario si fosse separato. Insomma, alla base di quell’atteggiamento così insistente e molesto c’era solo un tornaconto personale poiché immaginava che in caso di separazione sarebbe stato l’uomo a dover lasciare il tetto coniugale.

Tutta la vicenda ha avuto inizio lo scorso ottobre, ma ha visto un ulteriore sviluppo nei giorni scorsi. La 76enne, saputo che l’uomo si stava separando dalla moglie ha pensato che avrebbe avuto bisogno di un tetto e sarebbe sorta la necessità di rescindere il loro contratto di locazione, così da potersi trasferire nell’appartamento dove abitava lei. Giocoforza sarebbe stato così e lei si sarebbe ritrovata in mezzo alla strada. Temendo dunque lo sfratto, ha pensato di mettersi al riparo da ogni rischio, iniziando a martellare la moglie del proprietario dell’appartamento con messaggi whatsapp con cui si intrometteva pesantemente nella separazione. «Se vi lasciate mi portate sul lastrico», «vergognati per quel che stai facendo» era il tono dei messaggi che la vittima riceveva con impressionante frequenza. Tanto che si è rivolta al Commissariato di Jesi per avere un aiuto e fermare quell’invadente e inopportuno flusso di messaggi. La donna è stata quindi denunciata all’autorità giudiziaria per il reato di molestie telefoniche.

Ma la denuncia non sembra essere servita a granché, poiché la 76enne anziché cessare la sua condotta ha continuato imperterrita, anche nei mesi a seguire, con le molestie e le minacce via sms. I messaggi di minaccia venivano inviati alla vittima con ritmo incalzante: «devi vergognarti», puntualizzava alimentando nella vittima dei sensi di colpa. Pertanto, la 76enne, convocata in Commissariato, mercoledì è stata nuovamente denunciata in stato di libertà per molestie telefoniche e minacce continuate.

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Corriere Adriatico