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JESI - Insultata, minacciata, buttata fuori di casa e costretta a lasciare l’Italia. Un inferno quello vissuto da una poliziotta originaria della Costa d’Avorio: ha deciso di denunciare il marito connazionale che, di punto in bianco, non ha voluto più saperne di lei. L’ha accusata di aver abbandonato il tetto coniugale e così sta ostacolando il rilascio del permesso di soggiorno che la donna, assistita dall’avvocato Roberta Di Martino, confidava di conseguire per motivi familiari, come d’altronde le era stato consentito in passato.
La ricostruzione
Era l’agosto 2017 quando i due si sono sposati in Costa d’Avorio. Poi, l’opportunità di costruirsi un futuro migliore in Italia, dove il 49enne già si era trasferito. «Per un periodo, dopo il matrimonio, lui viveva a Jesi e io in Costa d’Avorio dove ho un lavoro, faccio l’ufficiale di polizia» ha spiegato la donna, che ha un anno in più del marito, in sede di denuncia al Commissariato. «Ci incontravamo nei momenti in cui io venivo in Italia o lui tornava da me».
Così, il loro rapporto è entrato in crisi. Nel giugno scorso la 50enne ha deciso di prendere un volo e raggiungere il marito per un chiarimento, nonostante lui l’avesse minacciata al telefono: «Se ti vedo in Italia ti ammazzo». Ma lei è partita lo stesso. Arrivata a Jesi, il marito l’avrebbe ricoperta di insulti: «Sei una prostituta, non devi venire qui, ti sotterro». Poi, il dispetto: «Chiamo i carabinieri così ti rimpatriano». Detto e fatto. Poco dopo si sono presentati sotto casa i militari per identificare la donna che, poi, è stata ospitata da un’amica. Lui, non contento, avrebbe continuato a seguirla e a inveire contro di lei: «Tanto ti ammazzo, tu rischi la vita».
Il dispetto
Ma la vera sorpresa doveva ancora arrivare: quando la 50enne si è presentata al Commissariato per rinnovare il permesso di soggiorno, ha scoperto che il marito aveva rilasciato una dichiarazione scritta in cui sosteneva che la moglie aveva abbandonato il tetto coniugale, con il chiaro intento - a detta di lei - di far decadere i presupposti per il rilascio del documento per motivi familiari. Grazie all’intervento di un mediatore, a distanza di qualche mese i due si sono riappacificati. L’uomo ha messo nero su bianco la sua disponibilità ad accogliere di nuovo in casa la moglie. Ma tornata in Italia, dopo un anno di assenza, lui l’avrebbe di nuovo respinta e minacciata di morte, interrompendo la relazione. Per la poliziotta, rientrata con un visto di reingresso di breve durata e ora ospite da amici perché inserita nel territorio da anni, sarebbe una beffa dover lasciare l’Italia: chiederà il permesso di soggiorno per le violenze domestiche e psicologiche subite in tutto questo tempo e sarà la questura a decidere se rilasciarlo o meno.
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Corriere Adriatico