"Sono caduta", ma era stata picchiata dal compagno. Blitz dei carabinieri: anche il figlio preso a pugni dal patrigno

I carabinieri sono intervenuti per sedare la lite in casa
JESI - Un intervento rischioso, quello di giovedì sera, per i volontari della Croce Rossa di Jesi, chiamati a soccorrere una donna caduta in casa. O almeno questa era la...

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JESI - Un intervento rischioso, quello di giovedì sera, per i volontari della Croce Rossa di Jesi, chiamati a soccorrere una donna caduta in casa. O almeno questa era la versione fornita al 118. All’arrivo dell’ambulanza, verso le 22 nell’abitazione di via XX Settembre, l’equipaggio ha trovato una donna romena sul pavimento, dolorante, insieme al compagno tunisino e alla figlia. La donna ha riferito ai sanitari di essere caduta per un problema al ginocchio.

 

 


Mentre un volontario della Cri stava prendendo i parametri, i colleghi sono usciti per prendere la barella. Improvvisamente, il portone è stato chiuso. Un crescendo di tensione fino a quando dalla camera da letto è spuntato un ragazzo, il figlio della donna, con il volto tumefatto, una maschera di sangue. Il giovane aveva il telefono in mano, in linea il 112. Ha passato il cellulare al volontario della Croce Rossa e l’operatore della centrale ha spiegato che era stato contattato per una violenta lite in famiglia: insomma, erano partite due chiamate dalla stessa casa. A quel punto, l’uomo e il ragazzo hanno ricominciato a litigare animatamente, alla presenza di una neonata in lacrime. Grida, confusione, 40 minuti di inferno. Non c’erano più le condizioni per un soccorso in sicurezza neanche per gli stessi sanitari, che hanno chiesto l’intervento dei carabinieri. Al loro arrivo, è tornato l’ordine. I militari, dopo aver ripristinato le condizioni di sicurezza, hanno consentito ai sanitari di medicare la donna e portarla con un codice verde al Pronto soccorso. Nel frattempo dalla centrale operativa del 118 veniva inviata un’altra ambulanza della Croce Gialla di Chiaravalle per accompagnare anche il figlio in ospedale. Secondo quanto riferito dal ragazzo, il tunisino era solito maltrattare la madre. Quella sera avrebbe alzato le mani su di lei e per difenderla ha avuto la peggio.

 

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Corriere Adriatico