Lacrime e dolore per la morte di Mustafa Alì, il titolare del ristorante "Colle Paradiso"

Lacrime e dolore per la morte di Mustafa Alì, il titolare del ristorante "Colle Paradiso"
JESI  - Combatteva da tre anni contro una terribile malattia che ieri l’ha strappato all’amore della sua famiglia. E sono in tanti adesso a piangere la scomparsa...

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JESI  - Combatteva da tre anni contro una terribile malattia che ieri l’ha strappato all’amore della sua famiglia. E sono in tanti adesso a piangere la scomparsa di Mustafa Alì, 64 anni, titolare del ristorante “Colle Paradiso” di via Carlo Alberto Dalla Chiesa. Arrivato in Italia 34 anni fa dalla Giordania, sua terra d’origine dove vivono ancora gli altri fratelli e i familiari, Mustafa aveva studiato in una scuola di lingue a Perugia e poi aveva frequentato dei corsi per diventare cuoco in una scuola professionale di Senigallia.

 

 

La sua prima esperienza ai fornelli, proprio al ristorante “Colle Paradiso”, dove poi tornerà nel 2013 come titolare insieme alla moglie Nadia. Una vita dura, di sacrifici, ma che hanno reso Mustafa ben integrato e ben voluto nel tessuto sociale e lavorativo della città di Jesi. Dura infatti era stata la condanna da parte della cittadinanza verso gli autori, sconosciuti, di scritte razziste su un totem del ristorante la scorsa estate: perfino il sindaco Massimo Bacci si era recato da Mustafa a manifestare solidarietà e indignazione per quel gesto assurdo e inaccettabile. Mustafa era ben voluto da clienti e amici. Ha anche ottenuto la cittadinanza italiana, qui sono nati i suoi tre figli Sofia (che studia medicina a Perugia) e i piccoli Zed e Qussi. Nella ristorazione lavora anche il fratello Ibrahim, arrivato qualche anno dopo di lui in Italia e titolare del ristorante “Dejavu” in via XXIV Maggio. Tre anni fa, la scoperta terribile della malattia, i tentativi di curarsi, le terapie. Negli ultimi mesi il male si era manifestato in modo più aggressivo, tanto che Mustafa aveva deciso di chiudere il ristorante. Tre giorni fa, il ricovero all’ospedale “Carlo Urbani”, dove si è spento ieri mattina. E con lui, anche la fine di un’epoca, quella del “Colle Paradiso”. Oggi sarà aperta la camera ardente, allestita all’obitorio dell’ospedale, per chiunque voglia porgere l’ultimo saluto. Domani, sempre all’obitorio sarà celebrata una preghiera secondo il rito musulmano, poi la sepoltura a terra, rivolto verso la Mecca, nel cimitero di Tavernelle ad Ancona. 

 

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Corriere Adriatico