Hotel Federico II in liquidazione: «Il 28 presidio sotto il palazzo della Regione»

Hotel Federico II in liquidazione: «Il 28 presidio sotto il palazzo della Regione»
JESI  - Riuniti ieri in assemblea davanti all’ingresso dell’albergo, lavoratori e lavoratrici dell’Hotel Federico II, posto in liquidazione dalla...

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JESI  - Riuniti ieri in assemblea davanti all’ingresso dell’albergo, lavoratori e lavoratrici dell’Hotel Federico II, posto in liquidazione dalla proprietà, hanno deciso che il prossimo 28 dicembre porteranno davanti alla Regione la propria situazione, con un presidio nel quale torneranno a chiedere che le istituzioni si interessino alla loro vicenda. «Chiediamo alla Regione - fa sapere Carlo Cotichelli, segretario provinciale Filcams Cgil Ancona- di istituire un tavolo di crisi per la gestione della vertenza, così da garantire la continuità occupazionale e richiamare le responsabilità della proprietà».

 


Trentacinque dei cinquanta occupati della struttura erano presenti, «tutti delusi - afferma il sindacato - dall’atteggiamento della proprietà che, fino all’ultimo, ha negato l’evidenza». Per ora non è arrivato nessun commento dalla proprietà e dall’amministratore delegato dell’hotel, Gabriele Pieralisi. Realizzato negli anni Ottanta dall’ingegner Gennaro Pieralisi, che volle omaggiarvi nel nome l’imperatore nato a Jesi, l’Hotel Federico II è un quattro stelle dotato di oltre 120 camere e di servizi come piscine esterna e interna, Spa, ristorante, nove sale per incontri e congressi. «Quanto al personale si tratta di figure professionali per lo più altamente qualificate - dice Cotichelli - e questo dovrebbe rappresentare un elemento in più per la garanzia dei posti di lavoro». A chiedere assicurazioni per lavoratori e territorio è già stato il sindaco Massimo Bacci. 


«I dipendenti usufruiscono attualmente dell’ammortizzatore rappresentato dalla cassa integrazione causa Covid, in scadenza a fine dicembre ma che dovrebbe essere prorogato almeno fino a marzo. L’albergo - continua Cotichelli - ha chiuso alle prenotazioni da un paio di settimane ma in realtà da tempo, dopo aver ospitato in primavera personale medico dall’estero e della Marina di servizio in zona, non ha più visto un vero rilancio. Il centro benessere è chiuso dallo scorso marzo, la piscina esterna è rimasta sostanzialmente chiusa per tutta l’estate, salvo una breve parentesi a settembre quando si è poi fermata anche l’interna».


Il sindacalista ricorda: «Avevamo incontrato la proprietà prima di metà novembre per un confronto sugli ammortizzatori sociali. In quella fase nulla ci era stato accennato e ci erano state fornite rassicurazioni ma, pochi giorni dopo quell’appuntamento, è stata depositata l’istanza per la messa in liquidazione ed è stata nominata una liquidatrice. È da quest’ultima figura e da Confindustria che abbiamo avuto conferma della liquidazione, formalmente non c’è stata comunicazione dalla proprietà. È necessario l’intervento delle istituzioni per la questione occupazionale, ovviamente non può essere la liquidatrice a dare assicurazioni».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico