JESI - «Sono indignato: a Jesi, dove da un lato si spendono soldi per decorare con murales San Giuseppe, dall’altro si ha la fortuna di avere l’opera di un...
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Un immobile – di proprietà comunale- sottoposto in questi mesi a lavori di ristrutturazione dopo l’abbandono nel 2012, a seguito del crollo del tetto per il nevone. Sotto le coperture del cantiere (per i lavori è in vista la conclusione il 20 gennaio) parte del disegno di Blu- il profilo di un uomo che prega, intento a succhiare uno spaghetto che proviene dalla sua testa- non si vede più sul muro che guarda la ferrovia. «Avevo più volte segnalato in Comune la presenza dell’opera e la necessità di preservarla- spiega Kron 60035- c’ero quando Blu, un amico, venne a realizzarla nell’ambito di un evento collettivo, Smoking Minds, al quale presero parte anche altri artisti ora di buon successo, che decorarono altre parti dello stabile. Molto era andato perduto, come un’altra porzione realizzata da Blu, col crollo. Ma dal Comune nessuna risposta alle sollecitazioni e alle mie ripetute richieste di tener conto del valore di quei murali. Fino alla scoperta che, coi lavori, l’opera di Blu rischia di sparire sotto una mano di bianco».
Dal Comune assicurano: «Non sarà così. Anche se un 20% del disegno è andato perduto, il resto non scomparirà e sarà preservato. Agli uffici è stato dato mandato di cercare di contattare l’artista perché, a lavori conclusi, possa ripristinare l’opera nello stato originario, di cui abbiamo tutta la documentazione fotografica». In realtà, quel disegno che, da quanto si rintraccia nei blog on line che lo descrivono, rappresenta «una figura oscura, con gli occhi iniettati di bianco, che mangia se stesso. Una visione cruda dell’Italia intenta a consumarsi dall’interno», di scomparire del tutto ha rischiato davvero (come per le opere dello stesso Blu abbattute con i silo del porto di Ancona). Perché in Comune, in linea con l’autogestione dell’occasione che l’aveva generato, a nessuno sembra risultassero realizzazione e paternità del murale.
«Non appena ci si è avveduti della sua importanza, è stato bloccato ogni intervento- dicono da piazza Indipendenza-. La parte ora mancante, alla sommità del disegno e del muro (la testa contenente gli spaghetti, ndr), non è stata coperta: la ditta ha dovuto togliere via una parte dell’intonaco, su una porzione di muro già danneggiata dal crollo del tetto, che stava cadendo, e con questa anche il corrispondente disegno». La ristrutturazione è costata 190 mila euro, in buona parte da fondi regionali per i danni della neve. Per l’immobile c’è l’ipotesi di renderlo sede della cucina unica delle mense. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico