Jesi, non restituiscono un gattino in due finiscono sotto processo

Il processo è in corso nel tribunale di Ancona
JESI - «Avevo affidato il mio gattino a una donna per prendersene cura fino a che non mi fossi ripresa da un infortunio. Quando ho chiesto indietro il micio, mi è...

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JESI - «Avevo affidato il mio gattino a una donna per prendersene cura fino a che non mi fossi ripresa da un infortunio. Quando ho chiesto indietro il micio, mi è stato detto che non lo avrei più rivisto. E così è stato».


È la storia di un gatto conteso di nome George quella sbarcata ieri in un’aula di tribunale. Da un lato, come parte offesa, c’è una guardia zoofila jesina di 51 anni che rivendica la proprietà di un micio rinvenuto quattro anni fa nel cofano dell’auto della sorella. Dall’altro, nelle vesti di imputati, ci sono una fermana di 31 anni e un veneto di 50. Entrambi animalisti, sono accusati di appropriazione indebita e minacce: secondo la procura, dopo il presunto furto, avrebbero cercato di tenere alla larga la 51enne, tempestandola di insulti e intimidazioni, millantando anche l’intervento della camorra. Il procedimento è entrato nel vivo ieri, la presunta vittima ha raccontato la sparizione del gattino. «Era il 5 giugno 2013 quando l’ho visto per la prima volta – ha raccontato in aula -. Quella mattina avevo ricevuto una chiamata da mia sorella perché aveva rinvenuto un gattino nel cofano dell’auto. Dopo averlo liberato, ho deciso di portarlo a casa e prendermene cura».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico