Festa per la centenaria, la casa di riposo Vittorio Emanuele II ritrova il sorriso con Elisa

Festa per la centenaria, la casa di riposo Vittorio Emanuele II ritrova il sorriso con Elisa
JESI  - Un anno fa di questi tempi, al traguardo del secolo di vita, Elisa Coacci non aveva potuto spegnere le cento candeline sulla torta. Il lockdown era finito, ma non...

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JESI  - Un anno fa di questi tempi, al traguardo del secolo di vita, Elisa Coacci non aveva potuto spegnere le cento candeline sulla torta. Il lockdown era finito, ma non c’erano ancora i vaccini e non era certo il caso di organizzare feste in una casa di riposo per anziani. Giovedì scorso l’anziana jesina, originaria del quartiere San Giuseppe dove ha svolto per decenni il lavoro di sarta, ha recuperato la ricorrenza perduta con una bella festa organizzata per i suoi 101 anni dalla casa di riposo Vittorio Emanuele II.

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«La pandemia - fa sapere il Comune di Jesi - le aveva impedito di festeggiare lo scorso anno il secolo di vita, stavolta invece ha potuto ricevere gli auguri e l’affetto dei familiari, degli altri ospiti e del personale della struttura di Via Gramsci, con l’assessore ai servizi sociali Marialuisa Quaglieri che a nome del Comune le ha donato un bel mazzo di fiori». La residenza per anziani di via Gramsci, gestita dall’Asp Ambito 9, è tornata a organizzare, pur tra mille cautele, dei momenti di socialità dopo aver immunizzato con un ciclo completo di vaccini gli oltre cento ospiti e gli operatori impegnati nell’assistenza. Durante l’ondata autunnale dell’epidemia, nonostante i severissimi protocolli adottati per impedire l’ingresso del virus, anche nella casa di riposo Vittorio Emanuele II era divampato un focolaio di contagi che aveva coinvolto fino a 25 anziani ospiti (due dei quali purtroppo deceduti) e una decina di operatori socio-sanitari e infermieri. Dopo il picco di contagi raggiunto tra novembre e dicembre la situazione è via via migliorata e già a febbraio la casa di riposo jesina era tornata Covid-free. Anche durante la fase più calda dell’epidemia l’Asp ha fatto di tutto per mantenere gli anziani ospiti in contatto con i familiari, anche se solo per via telematica. Tre addetti erano a disposizione per tenere sempre aperto un canale di comunicazione con i parenti, sia attraverso videochiamate che con aggiornamenti telefonici sullo stato di salute degli ospiti. Poi, quando la situazione lo ha consentito, sono iniziate le visite attraverso una porta a vetri. 

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Corriere Adriatico