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JESI - Una chiara e ben udibile bestemmia. Sfuggita, a microfono inavvertitamente lasciato aperto, nel corso dello svolgimento, a distanza e in diretta web, del consiglio comunale. L’espressione, scappata alla bocca del consigliere di maggioranza Sandro Angeletti (Jesinsieme), è piombata nel mezzo dell’aula virtuale giovedì scorso intorno alle 20. Quando la lunga seduta – la prima di un Consiglio spalmato su due giornate - andava avanti dalla mattina.
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Lo sconcerto
Ad accorgersene sul momento, data l’ora, probabilmente in pochi.
La spiegazione
«Ne sono davvero dispiaciuto- dice Angeletti- so bene come specie se si sta al pubblico, settore che mi ha visto al lavoro per oltre 40 anni raccogliendo encomi ed elogi, certe cose non dovrebbero mai capitare. Purtroppo è accaduto ma ce l’avevo soltanto con me stesso, in una fase di voto (si trattava delle nomine del collegio dei revisori, nda) a particolarmente complicata, dovendo stare connesso alla seduta sia con il tablet sia con il telefono. Nel momento in cui uno si è spento proprio al momento del voto, non mi sono reso conto che l’altro era rimasto acceso e mi è sfuggito quello che mi è sfuggito. Ma ce l’avevo solo con me stesso e non intendevo offendere né gli altri consiglieri né chi stava ascoltando. Se ho fatto un torto, l’ho fatto a me e al Padreterno, con cui dovrò fare i conti quando sarà il momento». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico