Consiglio comunale con bestemmia in diretta. Choc sul web, scoppia un altro caso dopo la bufera sul simbolo fascista

Una seduta del consiglio comunale di Jesi in remoto
Una seduta del consiglio comunale di Jesi in remoto
di Fabrizio Romagnoli
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Lunedì 2 Agosto 2021, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 15:13

JESI - Una chiara e ben udibile bestemmia. Sfuggita, a microfono inavvertitamente lasciato aperto, nel corso dello svolgimento, a distanza e in diretta web, del consiglio comunale. L’espressione, scappata alla bocca del consigliere di maggioranza Sandro Angeletti (Jesinsieme), è piombata nel mezzo dell’aula virtuale giovedì scorso intorno alle 20. Quando la lunga seduta – la prima di un Consiglio spalmato su due giornate - andava avanti dalla mattina.

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Lo sconcerto
Ad accorgersene sul momento, data l’ora, probabilmente in pochi.

Ma in una giornata in cui gli occhi puntati sul Consiglio erano particolarmente attenti – i lavori si erano infatti aperti con la discussione sul vessillo fascista dei repubblichini di Salò esibito dalla consigliera Chiara Cercaci in commissione, con successiva bufera e ribalta nazionale - ad alcuni non è sfuggito. E quei pochi secondi di Consiglio, dove alla bestemmia di Angeletti fanno seguito stupore, qualche sorriso e bonari richiami a fare più attenzione di altri consiglieri, sono stati presto rilanciati sui social. Dove c’è sia chi inneggia alla libertà di dissacrare dell’espressione blasfema sia chi commenta con rabbia e disturbo la mancanza di rispetto. 

La spiegazione
«Ne sono davvero dispiaciuto- dice Angeletti- so bene come specie se si sta al pubblico, settore che mi ha visto al lavoro per oltre 40 anni raccogliendo encomi ed elogi, certe cose non dovrebbero mai capitare. Purtroppo è accaduto ma ce l’avevo soltanto con me stesso, in una fase di voto (si trattava delle nomine del collegio dei revisori, nda) a particolarmente complicata, dovendo stare connesso alla seduta sia con il tablet sia con il telefono. Nel momento in cui uno si è spento proprio al momento del voto, non mi sono reso conto che l’altro era rimasto acceso e mi è sfuggito quello che mi è sfuggito. Ma ce l’avevo solo con me stesso e non intendevo offendere né gli altri consiglieri né chi stava ascoltando. Se ho fatto un torto, l’ho fatto a me e al Padreterno, con cui dovrò fare i conti quando sarà il momento». 

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