JESI - Per i comparti artigiani della Vallesina ancora difficoltà e uno scenario complesso, anche alla luce dei dati più recenti. Secondo le elaborazioni...
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«Uno dei maggiori problemi, trasversale a tutti i comparti, è la carenza di liquidità– dichiara Silvano Dolciotti presidente Confartigianato Jesi - Fabriano – Servono risorse, un accesso al credito adeguato per supportare lo sviluppo, per l’innovazione delle imprese, chiamate a evolversi per intercettare settori emergenti del mercato, e per avviare investimenti strategici. La pressione fiscale resta molto alta così come la burocrazia è asfissiante per le imprese».
Il ritornello è sempre lo stesso, perché la musica sul panorama economico continua ad essere stonata. Le imprese hanno il fiatone, resistere è diventata quasi una mission impossible, infatti tante, troppe imprese sono costrette a chiudere i battenti.
Simone Clementi, responsabile territoriale di Confartigianato, analizza la situazione dei principali comparti. «Permangono le difficoltà per l’edilizia. I lavori per la ricostruzione post-sisma sono ostacolati dai paletti burocratici mentre la presenza di invenduto costringe le imprese a limitarsi a piccoli lavori di ristrutturazione».« Per il settore - continua Clementi - è importante in questo momento fare rete, così come si richiedono appalti a chilometro zero che permettano l’inclusione delle micro e piccole imprese del territorio». Prosegue l’analisi del responsabile territoriale della Cgia. «Quanto alla manifattura e in particolar modo la meccanica - uno degli asset del territorio - è impegnata in un percorso di diversificazione produttiva, che va sostenuto, e che in prospettiva può rappresentare un fattore di crescita per la competitività delle aziende del comparto».
Per la Confartigianato la via per la ripresa passa necessariamente per la micro e piccola impresa: nella Vallesina sono 2.083 le attività artigiane, un patrimonio diffuso di competenze e professionalità, che rappresenta al tempo stesso la storia e il futuro di questo territorio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico