La 38enne alla guida arrestata e poi subito liberata. Lo choc della figlia di 7 anni: «Li abbiamo uccisi?». La mamma è indagata per omicidio stradale

MONTEMARCIANO - «Mamma, abbiamo ucciso due persone?». A sette anni la vita dovrebbe essere a colori. Non un film dell’orrore, il sangue sulla strada, un...

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MONTEMARCIANO - «Mamma, abbiamo ucciso due persone?». A sette anni la vita dovrebbe essere a colori. Non un film dell’orrore, il sangue sulla strada, un groviglio di lamiere, due corpi straziati coperti da un telo bianco. La bimba è avvolta nell’abbraccio della madre, che non riesce a consolare nemmeno se stessa, figurarsi la figlioletta, sgattaiolata con lei fuori dalla loro Panda capottata, che nella sua corsa mortale ha ucciso due fidanzati in bicicletta.

 

Sono rannicchiate in un angolo, piangono, con il gomito a coprire gli occhi, come per non vedere, non sentire, quando un capannello sempre più folto di persone circonda la strada divenuta un cimitero, mentre le sirene delle ambulanze smettono di urlare e lasciano spazio al dolore, alle lacrime, ai perché. La bambina ha riportato qualche frattura, guaribile in pochi giorni. La mamma è incredibilmente illesa: nel corpo, non nell’anima, dilaniata dall’idea di aver infranto per sempre i sogni di una giovane coppia e di tutto quanto ne conseguirà. «Non ho visto nulla, nulla!» continuava a ripetere ai familiari e agli amici che l’hanno soccorsa la 38enne, che lavora in un ristorante a Marina di Montemarciano.


Le misure
I carabinieri l’hanno arrestata in flagranza per omicidio stradale. Ma poi l’hanno rimessa immediatamente in libertà, su disposizione del pm Andrea Laurino, per la carenza di esigenze cautelari, in attesa dell’esito degli accertamenti tecnici che, come da prassi in incidenti così gravi, dovranno stabilire se la donna aveva assunto bevande alcoliche o sostanze stupefacenti prima di mettersi alla guida. È indagata a piede libero per il duplice omicidio stradale. Giovedì aveva lavorato a pranzo al ristorante. Poi aveva trascorso la serata fuori con la figlia. Stavano rientrando a casa quando la loro auto ha investito i due ciclisti. Sull’asfalto, riferiscono gli investigatori, non sono stati trovati segni di frenata. Le tracce disegnate a terra dai carabinieri mostrano il presunto punto d’impatto con le biciclette e la brusca sterzata sulla destra, a cui hanno fatto seguito l’urto con un camper in sosta, con le staccionate del parcheggio e con un parchimetro, sradicato da terra dalla violenza dello schianto. Sarebbe stato proprio l’impatto con la colonnina a far capottare la Panda, che ha terminato la sua corsa con le ruote all’insù. L’auto è stata posta sotto sequestro, come anche le due biciclette di Alberto Catani e Stefania Viterbo. Stavano pedalando verso casa, in direzione Falconara, quando sono stati colpiti con violenza alle spalle. Le loro bici accartocciate sono state trovate una sotto il camper, l’altra a venti metri di distanza. Le salme sono state già restituite alle famiglie per l’organizzazione dei funerali: il magistrato, infatti, ha ritenuto di non dover disporre l’autopsia, visto che non ci sono dubbi sulle cause della loro morte. 


s. r.
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Corriere Adriatico