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ANCONA - Chissà per quanto ancora avrebbero continuato a ingrossare l’esercito dei finti vaccinati, se non li avessero fermati. Perché la fila dei No Vax davanti al separè dove l’infermiere Emanuele Luchetti sparava siringhe di siero a vuoto si allungava e venivano reclutati nuovi procacciatori di clienti per incrementare il fatturato. Due presunti intermediari - una veterinaria-ristoratrice di Civitanova e un pensionato fabrianese - sono finiti agli arresti domiciliari ieri, nella seconda puntata dell’operazione “€uro Green Pass”, che ha tanto l’aria di non essere l’ultima.
Non solo per i fari puntati su una clientela sempre più vasta, con altre 28 misure dell’obbligo di dimora a carico di No Vax falsamente vaccinati (che si aggiungono ai 45 individuati nella prima tranche) ma perché l’ordinanza di ieri è solo il risultato di un’appendice investigativa che copre un arco temporale di appena due settimane. I detective della Mobile continuano a lavorare per ricostruire la ragnatela di interessi che si era formata intorno al falsario dei vaccini Emanuele Luchetti, in carcere dal 10 gennaio, reo confesso davanti a prove schiaccianti ma determinato negli interrogatori a cercare di ritagliarsi un ruolo di “anello della catena”.
Nelle due settimane a cavallo di Capodanno, mentre a palazzo di giustizia si decidevano gli arresti per i finti vaccini a pagamento, il sistema Luchetti continuava a sfornare Green pass taroccati spruzzando la siringa nei cestini dei rifiuti.
La cronistoria di quelle giornate - dal 23 dicembre al 10 gennaio, quando lo scandalo deflagra con gli arresti di Luchetti e di quattro intermediari - è riassunta nella seconda ordinanza del gip del Tribunale di Ancona Carlo Masini che ieri, su richiesta del pm Ruggiero Dicuonzo, ha portato all’emissione di altre 35 misure di custodia cautelare, 7 arresti e 28 obblighi di dimora nel comune di residenza, con divieto di uscire in orario notturno. I reati ipotizzati sono gli stessi: concorso in corruzione, peculato e falso ideologico.
Cinque misure cautelari sono la replica, ma per nuovi episodi, di quelle che un mese e mezzo fa hanno portato in carcere l’infermiere professionale Emanuele Luchetti e ai domiciliari i quattro presunti intermediari: l’avvocato anconetano Gabriele Galeazzi, il ristoratore civitanovese Daniele Mecozzi e altri due anconetani, l’imprenditore edile Stefano Galli e la commessa di un supermercato Daniela Maria Zeleniuschi. Gli vengono contestati nuovi casi di finte vaccinazioni accertati dopo aver chiuso a fine dicembre il primo filone investigativo con la prima richiesta di arresti.
Collettori di tangenti
Ma c’è anche dell’altro. Adesso il giro dei mediatori - collettori di tangenti ai quali rimaneva attaccata qualche banconota da 50 euro in mano, tranne nel caso dell’avvocato Galeazzi - si allarga con due nuovi procacciatori di clienti, finiti ieri ai domiciliari. Si tratta di una veterinaria di Civitanova Marche, Maria Francesca Lattanzi, 52 anni, conosciuta soprattutto come ristoratrice, e di un fabrianese di 73 anni, Edmondo Scarafoni, in pensione dopo una vita trascorsa tra i macchinari delle Cartiere Miliani, dove per un periodo è stato anche delegato sindacale. La Lattanzi figurava già nella prima ordinanza di gennaio, tra i 35 clienti del sistema Luchetti sottoposti a obbligo di dimora, ma il supplemento d’indagine, alimentato anche da intercettazioni telefoniche, le ritaglia un profilo più alto. Dopo essere stata tra i beneficiari delle vaccinazioni bluff grazie alla conoscenza con il collega ristoratore Daniele Mecozzi, anche la veterinaria Lattanzi avrebbe iniziato a procacciare clienti da inviare verso la postazione dell’infermiere infedele all’hub vaccinale del centro Paolinelli. A inserire nel giro il pensionato fabrianese Edmondo Scarafoni sarebbe stato invece l’avvocato anconetano Gabriele Galeazzi, ai domiciliari dal 10 gennaio scorso. Tra i nuovi finti vaccinati sottoposti a obbligo di dimora, persone di varia umanità No Vax in arrivo anche da fuori regione (Bologna, Torre del Greco, Andria, Chieti) figurano anche servitori dello stato - come due ispettori del Commissariato di polizia di Civitanova - un’addetta Ata di una scuola d’infanzia di Falconara, un osteopata di Civitanova e un avvocato di Porto Recanati. Non potranno lasciare il comune di residenza e dovranno stare in casa dalle ore 21 alle 6. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico