Giallo di Malta, l’appello al premier Conte: «Mi aiuti a scoprire com’è morto mio figlio»

Manuel Giovannelli
CORINALDO - «Mi aiuti a scoprire come è morto mio figlio». È l’appello disperato di una madre al premier Giuseppe Conte. Il grido d’aiuto di...

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CORINALDO - «Mi aiuti a scoprire come è morto mio figlio». È l’appello disperato di una madre al premier Giuseppe Conte. Il grido d’aiuto di Anna Grossi che da due mesi e mezzo cerca la verità sul figlio Manuel Giovannelli, ritrovato senza vita in mare a Malta. Il 42enne lavorava lì come veterinario governativo. La tragedia è avvenuta il 6 marzo e ancora questa madre, che vive a Corinaldo, cerca risposte. «è accaduto prima del lockdown – racconta – poi c’è stato il coronavirus e nessuno mi ha dato retta. Avevo scritto anche al Ministro Di Maio ma non ho mai avuto risposta. Almeno adesso che stiamo uscendo dall’emergenza sanitaria qualcuno può aiutarmi? Da Malta non mi fanno sapere nulla, non posso recarmi sul posto nemmeno per riprendere gli effetti personali di Manuel». 


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Lontana dal luogo in cui il figlio ha perso la vita questa madre non si dà pace. Mercoledì si è rivolta anche a “Chi l’ha visto?” ed ora chiede al presidente del Consiglio di attivarsi per capire come è morto un italiano a Malta. «Chiedo giustizia per Manuel – aggiunge – inizialmente mi avevano detto che si era suicidato ma la sera prima c’eravamo sentiti e mi aveva detto che aveva deciso di comprare una casa in Italia e di voler tornare perché c’erano delle situazioni che non gli piacevano a Malta». 


Non è entrato nel dettaglio via Messenger. Lo avrebbe fatto di persona al suo ritorno che però non c’è mai stato. «Forse qualcuno controllava ciò che scriveva? – si chiede la madre – visto che, anche quando era scomparso e dopo essere morto, il suo account ha continuato ad essere utilizzato? Premier Conte mi aiuti, Manuel era un cittadino italiano e merita giustizia». Dopo un’iniziale propensione per il suicidio le indagini a Malta hanno preso un’altra direzione ed è stata aperta un’inchiesta. Lo stesso è avvenuto in Italia al rientro della salma, sottoposta ad un’autopsia. «Non ho mai saputo nulla – conclude Anna Grossi –, c’è stato di mezzo il coronavirus e immagino le priorità siano state altre ma quanto ancora dovrò attendere per sapere come è morto mio figlio?» Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico