Una folla per l'ultimo saluto ad Alessandra: «Tutti sapevano, bisognava proteggerla»

Una folla per l'ultimo saluto ad Alessandra: «Tutti sapevano, bisognava proteggerla»
ANCONA - «Tutti sapevano, ma non è stato fatto abbastanza: bisognava controllarlo e fermarlo prima», singhiozza un amico. Il feretro di Alessandra...

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ANCONA - «Tutti sapevano, ma non è stato fatto abbastanza: bisognava controllarlo e fermarlo prima», singhiozza un amico. Il feretro di Alessandra Matteuzzi scorre sotto gli occhi lucidi di centinaia di persone che ieri l’hanno salutata un’ultima volta in Certosa, a Bologna. Sul legno chiaro, fiori bianchi e rosa e una foto con la cagnolina, sua compagna di vita. Una folla commossa ha partecipato ai funerali della 56enne uccisa a martellate dall’ex compagno Giovanni Padovani, trent’anni più giovane di lei, accusato di omicidio volontario aggravato dallo stalking. 

 


La commozione 


Il 26enne senigalliese, che ha confessato, resta in carcere, come disposto dal gip. Tra gli aspetti da chiarire la provenienza del martello con cui ha colpito alla testa la ex fidanzata che l’aveva lasciato per la sua gelosia maniacale: al momento non gli è stata contestata la premeditazione. Alessandra l’aveva denunciato il 29 luglio: la controllava, la pedinava, le aveva hackerato le password dei social e di Whatsapp. Una volta l’ha chiamata 22 volte prima di presentarsi sotto casa, perché non gli rispondeva. Eppure la denuncia non è bastata per salvarle la vita. «La Procura doveva fare di più e meglio», piange lo zio Alberto. «Il Codice Rosso è stato istituito, ma passa ancora troppo tempo tra la segnalazione e la protezione offerta alle donne: questi allarmi vanno presi sul serio, servono provvedimenti più restrittivi» tuona il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, presente al funerale. Lo stesso don Gerardo, diacono della Basilica di San Luca, ha rivolto un appello «alle istituzioni affinché queste cose non accadano più: i femminicidi non devono più avvenire», ha detto dall’altare. Alessandra è stata portata nel cimitero di Borgo Panigale dopo la cremazione. Ma il dolore resta, insieme alla rabbia: stasera alle 21 a Bologna si terrà una fiaccolata per ricordare la 56enne e chiedere giustizia. Il killer, che si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al giudice ma alla polizia aveva confessato l’omicidio la notte stessa del fatto, ha parlato di un «raptus di rabbia». 

 

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Corriere Adriatico