Finisce il fermo pesca, ad Ancona si ritorna in mare. «Costi stellari: i prezzi saliranno»

Finisce il fermo pesca, ad Ancona si ritorna in mare. «Costi stellari: i prezzi saliranno»
ANCONA - Pescherecci in mare da questa notte. La flotta anconetana riapre la stagione dopo il fermo biologico, ma subito gli interrogativi mettono in forte apprensione tutto il...

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ANCONA - Pescherecci in mare da questa notte. La flotta anconetana riapre la stagione dopo il fermo biologico, ma subito gli interrogativi mettono in forte apprensione tutto il settore. Innanzitutto il rincaro dei prezzi delle attrezzature necessarie per affrontare le battute di pesca si ripercuoteranno inevitabilmente sul prezzo del pesce al consumatore finale. E poi resta il problema del costo del carburante, schizzato nuovamente alle stelle. 

 

Gli ostacoli

 
In pratica gli armatori si vedono costretti ad affrontare una nuova stagione all’insegna degli ostacoli e delle incertezze: il prezzo di reti e cavi è aumentato anche del 50%, le casse di polistirolo stanno a 1 euro ciascuna (prima venivano sui 50 centesimi). E i pescherecci ne consumano una quantità esorbitante. «Ad oggi spendo sui 1.500 euro al mese di casse di polistirolo - afferma Apollinare Lazzari, presidente dell’Associazione Produttori Pesca - prima intorno ai 7-800 euro». E a fronte di tutto questo, solitamente le prime settimane dopo il fermo pesca il prezzo del pesce tende a calare sensibilmente secondo le normali regole del mercato: aumenta la quantità, diminuisce il prezzo. Ad esempio: «Se a maggio i gamberi li vendevamo a 35 euro al chilo - spiega Lazzari - adesso scenderanno intorno ai 5 euro». E così tutti gli altri tipi di pesce, in base alle rispettive quotazioni pre-fermo pesca. «Questo perché passeremo dalle 2.500 casse di pesce complessivamente movimentate dai nostri pescherecci ad inizio estate alle 5-6 mila di martedì» continua il presidente dell’Associazione Produttori Pesca. Quindi tornerà il pesce fresco sulle tavole dei ristoranti, ma a che prezzo? Di certo non vantaggioso per i pescatori rispetto ai costi esorbitanti che devono accollarsi. Probabilmente il guadagno stavolta sarà proprio dei ristoratori che acquisteranno la materia prima a buon prezzo senza però abbassare il listino dei piatti in menù.

 
Rincari in vista

 
Ma questo accade solo in questa fase iniziale per motivi legati alle regole del mercato. «Poi dovremo sicuramente allinearci a seconda dei costi che stiamo subendo e che cresceranno ancora» precisa Lazzari. Tradotto: nel giro di un paio di mesi il prezzo del pesce al consumatore potrà subire ulteriori rincari, si calcola fino al 20%, «ache se è difficile dire di quanto» sottolinea Lazzari. Ma il trend è senza dubbio questo. Più lineare, invece, il mercato delle vongole. Le imbarcazioni doriche della pesca al mollusco bivalve torneranno a rastrellare i fondali dal prossimo 19 settembre. 


«Ma al momento non credo ci saranno rincari - specifica Domenico Lepretti, presidente della Cooperativa Vongolari - perché il nostro prodotto all’80% va alla grande distribuzione e finché in mare ce n’è una quantità sufficiente a soddisfare i bisogni della filiera, non ci saranno grossi scossoni».

 

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Corriere Adriatico