ANCONA - Pescherecci in mare da questa notte. La flotta anconetana riapre la stagione dopo il fermo biologico, ma subito gli interrogativi mettono in forte apprensione tutto il settore. Innanzitutto il rincaro dei prezzi delle attrezzature necessarie per affrontare le battute di pesca si ripercuoteranno inevitabilmente sul prezzo del pesce al consumatore finale. E poi resta il problema del costo del carburante, schizzato nuovamente alle stelle.
Gli ostacoli
In pratica gli armatori si vedono costretti ad affrontare una nuova stagione all’insegna degli ostacoli e delle incertezze: il prezzo di reti e cavi è aumentato anche del 50%, le casse di polistirolo stanno a 1 euro ciascuna (prima venivano sui 50 centesimi).
Rincari in vista
Ma questo accade solo in questa fase iniziale per motivi legati alle regole del mercato. «Poi dovremo sicuramente allinearci a seconda dei costi che stiamo subendo e che cresceranno ancora» precisa Lazzari. Tradotto: nel giro di un paio di mesi il prezzo del pesce al consumatore potrà subire ulteriori rincari, si calcola fino al 20%, «ache se è difficile dire di quanto» sottolinea Lazzari. Ma il trend è senza dubbio questo. Più lineare, invece, il mercato delle vongole. Le imbarcazioni doriche della pesca al mollusco bivalve torneranno a rastrellare i fondali dal prossimo 19 settembre.
«Ma al momento non credo ci saranno rincari - specifica Domenico Lepretti, presidente della Cooperativa Vongolari - perché il nostro prodotto all’80% va alla grande distribuzione e finché in mare ce n’è una quantità sufficiente a soddisfare i bisogni della filiera, non ci saranno grossi scossoni».
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