Chiaravalle, finalmente è arrivata una casa per Roberto Pellonara

Chiaravalle, finalmente è arrivata una casa per Roberto Pellonara
CHIARAVALLE -  Roberto Pellonara finalmente ha una casa. Dopo tante peripezie e battaglie che hanno visto l’intervento di Fabio Amici dell’Acu Marche...

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CHIARAVALLE -  Roberto Pellonara finalmente ha una casa. Dopo tante peripezie e battaglie che hanno visto l’intervento di Fabio Amici dell’Acu Marche (Associazione consumatori ed utenti delle Marche) e dell’avvocato Andrea Nobili, difensore civico della Regione, il sessantenne Roberto Pellonara si è visto assegnare un alloggio dal Comune di Chiaravalle. «Avevo ospitato Pellonara anche a casa mia pur di aiutarlo e a non vivere all’addiaccio soprattutto nei mesi freddi – dice Fabio Amici - ed ora finalmente, grazie anche all’impegno di Acu Marche, vediamo soddisfatte le sue legittime esigenze.


Nessuno chiedeva la luna ma solo il riconoscimento di un diritto che in un paese civile dovrebbe essere garantito a tutti. In un’era dove si è molto sensibili agli animali, al denunciare soprusi e violenze su di essi, a maggior ragione si dovrebbe essere sensibili e solidali con gli esseri umani che spesso vivono in condizioni critiche e sono soli. Queste considerazioni vengono alla luce soprattutto visitando i social, dove vengono sottolineati gli abbandoni di cani e gatti ma non vengono quasi mai evidenziate gravissime situazioni in cui vivono persone sole, anziani o emarginati dalla società».

La storia di Pellonara era venuta alla ribalta qualche anno fa quando si era scoperto che l’uomo viveva in condizioni critiche nel garage di un palazzo in via Verdi dove risiede anche la sorella. Il sessantenne aveva cercato inutilmente lavoro e aveva bussato più volte alla porta del Municipio ma aveva ricevuto quasi sempre dei rifiuti. Lo hanno aiutato alcuni conoscenti, tra cui Fabio Amici ed anche il parroco di Chiaravalle. Ora, grazie anche al reddito di cittadinanza a cui Pellonara ha diritto ed all’assegnazione da parte del comune di un alloggio dignitoso, il sessantenne può finalmente guardare al futuro con speranza e maggiore serenità. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico